«I cardiologi si preparino ad affrontare il probabile aumento dell'obesità che seguirà alla pandemia» e gli Stati si preparino a «intraprendere un'obbligatoria azione globale a sostegno di una dieta sana e di un'attività fisica per incoraggiare le persone a tornare a corretti stili di vita». Queste le conclusioni di un articolo italiano sul cosiddetto "Effetto Pandemia", pubblicato sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition (Gruppo Nature) e condotto da ricercatori dell'Università Modena e Reggio Emilia.

 

Nel 1918, immediatamente dopo la fine dell'epidemia di Spagnola, «i decessi causati da eventi cardiovascolari avevano superato quelli per altre cause, inclusa la polmonite sovrapposta», e questo fenomeno potrebbe vedersi anche nel caso dell'epidemia Covid, si legge nell'articolo, che vede come prima autrice Anna Vittoria Mattioli. La quarantena necessaria a ridurre la circolazione del virus, infatti, ha comportato «ridotta attività fisica e dieta malsana, con effetti a lungo termine sulle malattie cardiovascolari».