«Sono un chimico-ricercatore, disegno vaccini! Dal 2014 collaboro con il laboratorio Finley dell’Havana». Così Fabrizio Chiodo, ricercatore di origine calabrese al lavoro sul vaccino in sperimentazione a Cuba. Oggi, durante la puntata di Prima della notizia, ha spiegato le differenze che insistono tra il sistema sanitario dell'isola caraibica e quello occidentale. 

«Mi sono intestardito – spiega Chiodo - sull’idea che sia possibile che un prodotto possa arrivare dall’azienda al paziente in maniera 100% pubblica. Ho avuto la possibilità di farlo a Cuba dove, non solo la medicina ma tutto il contesto Biofarmaceutico, è 100% pubblico e quindi statale. In questo momento ha quattro vaccini candidati in umano. Io ho collaborato a due di questi, sono vaccini a subunità ovvero il 30% di quelli in Clinica Trials. La cosa bella è che il 20% a subunità è stato disegnato a Cuba».

«Questa pandemia ha mostrato il lato più barbaro del capitalismo occidentale – afferma il ricercatore -, 72 paesi del mondo, purtroppo, vedranno il vaccino anti-Covid a fine 2022. Cuba ha il più alto numero di medici per cittadino, è la nazione dove il mondo accademico, sanitario e della ricerca sono in continua comunicazione tra di loro. La sanità è totalmente pubblica, il mondo medico è altamente qualificato e di grande esperienza. La popolazione dell’isola supera le 11mln di persone e, dall’inizio della pandemia, ha riscontrato solo 157 decessi a causa del coronavirus».

«Io non sono epidemiologo ne politico – conclude Fabrizio Chiodo - però non mi sorprende vedere flussi, picchi e le famose ondate, sono consequenziali al sistema economico occidentale. In questo contesto lo scienziato tende ad essere sempre ottimista, da un lato, ma le dichiarazioni di certi non andavano prese in considerazione. Il sistema va messo in discussione».

«Cuba, come ha fattoper i medici, esporterà i vaccini distribuendoli, in accordo con l’Oms e in maniera totalmente gratuita, ai paesi in via di sviluppo».