VIDEO | Il segretario provinciale di Catanzaro della Fimp Maria Grazia Licasto è intervenuta durante la puntate del format di LaC Dopo la Notizia in merito alla nuova malattia che si sta manifestando nei più piccoli
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
Cresce sempre più l’allarme per l’epatite acuta sconosciuta che sta colpendo i bambini. Genitori in apprensione per i diversi casi che stanno emergendo nelle ultime settimane in Italia. Ma quanto c’è realmente da preoccuparsi? A fare un punto della situazione è stata la dottoressa Maria Grazia Licastro, segretario provinciale di Catanzaro della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), intervenuta nella a Dopo la Notizia, il format condotto dal direttore di LaC News24 Pierpaolo Cambareri. «I casi sono pochi in tutta Italia, i genitori non partano in quarta. Contattate noi pediatri di famiglia».
Sintomi e numeri in Italia
«Si tratta con molta probabilità di un’epatite di origine virale -afferma Licastro -. I sintomi principali sono l’ittero, la diarrea, il vomito, il dolore addominale e in alcuni casi – rari, a dire il vero –, a causa dell’acutizzarsi velocissimo della patologia, c’è la possibilità che si debba ricorrere a un trapianto di fegato».
«Principalmente colpisce i bambini sotto i 10 anni d’età e si evidenzia la natura da adenovirus, virus più frequentemente nei casi riscontrati – continua la dottoressa -. I primi casi sono stati riscontrati nella Scozia centrale. Su 10 bambini colpiti, si è reso necessario il trapianto di fegato solo in uno. Successivamente i numeri sono amentati in tutto il Regno Unito e negli altri Paesi europei, compresa l’Italia. Dai dati che abbiamo oggi, nella maggior parte dei casi è stata riscontrata la presenza di adenovirus ed è per questo che si ci sta indirizzando verso questa probabile causa, ma ancora non è certo».
In Italia il ministero della Salute ha fatto scattare il monitoraggio che ha coinvolto, naturalmente, anche i pediatri: «Ad oggi ci sono solo dieci casi collegabili a questa patologia, due confermati», ha dichiarato la dottoressa sostenendo che, quindi, la malattia è ancora «estremamente rara nel Paese, certo è che noi, in questo particolare momento, dobbiamo prestare particolare attenzione soprattutto al manifestarsi dell’ittero, non troppo comune nei più piccoli. Laddove sorge un minimo di dubbio bisogna avviare le procedure recandosi presso una struttura ospedaliera che possa accertare questa eventuale patologia».
«La psicosi vera e propria non è scattata tra i genitori, però in diverse situazioni si tratta di Covid, avendo questa epatite acuta sintomi simili», ha affermato Licastro.
Vaccini anti-Covid
Sulle vaccinazioni anti-Covid agli adolescenti e alla fascia compresa tra i 5 e gli 11 anni «la nostra partecipazione è stata fondamentale – afferma la pediatra -, in quanto la chiamata attiva è stata d’incoraggiamento per i genitori».
«Sotto i cinque anni la sperimentazione a due dosi ha avuto una battuta d’arresto in quanto, i riscontri di Pfizer, rilevano una bassa copertura anticorpale. Si sta lavorando su una suddivisione a tre inoculazioni, che pare stia avendo risultati migliori», ha continuato Licastro.
Sanità pediatrica in Calabria
In conclusione la dottoressa Licastro ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo la rete pediatrica in Calabria, territoriale e ospedaliera: «Abbiamo ottimi professionisti, come del resto in tutta Italia, però manca un secondo livello importante. I reparti che abbiamo negli ospedali calabresi funzionano bene, ma non esiste in tutta la regione una specialistica, una struttura dedicata solo alla pediatria che permetta che non si verifichino casi come quelli della piccola Ginevra. C’è anche della mancanza della pediatria universitaria c’è il grande impegno della direttrice della scuola specialistica del Mater Domini di Germaneto, ma ancora non si vedono risultati».