Il decreto del governo sulla sanità calabrese «poggia su dati non veritieri e sa di pura campagna elettorale». Lo scrive l’ex commissario ad acta per la sanità calabrese, Massimo Scura, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

 

«Leggo interdetto – esordisce Scura - la bozza del “decreto Calabria” e le sue dichiarazioni: “Con questo provvedimento restituiamo ai cittadini calabresi il diritto alla salute”. Leggo anche le dichiarazioni della ministra Grillo: “Il disavanzo di gestione ammonta a 168 milioni e i Lea sono fermi a 136, contro una sufficienza di 160 punti”. Le stesse motivazioni sono nelle premesse del decreto. Sono due affermazioni diverse dalla realtà?. I livelli essenziali di assistenza della Calabria sono arrivati a 153,45 punti nel 2016 (fonte: ‘Il Quotidiano Sanità’) hanno raggiunto la sufficienza, 160, nel 2017 (non 136 come avete scritto) e circa 170 punti nel 2018. Semplicemente i dati 2016 e 2017 non sono stati inviati in modo esaustivo dalla Regione sui corretti canali. Un discorso analogo ma molto più? articolato – prosegue l’ex commissario - vale per il disavanzo. E? stato verificato, solo ora per la verità?, dalla Regione, che nel 2016 e 2017 le altre Regioni hanno addebitato alla Calabria decine di milioni per prestazioni non offerte a calabresi».

 

Secondo Scura «se il governo avesse voluto aiutare la Calabria sarebbe stato sufficiente avere un atteggiamento comprensivo e non distruttivo. Se i flussi Lea non sono stati inviati correttamente la responsabilita? e? del presidente Oliverio, che pensava solo a farsi nominare commissario. E? sempre responsabilita? del governatore se ai tavoli del contenzioso con le altre Regioni o non ha inviato nessuno o ha inviato persone incompetenti».

 

«Pero? - sostiene l’ex commissario - da qui a far pagare una sorta di militarizzazione alla Calabria e ai calabresi ce ne vuole. La proposta di decreto legge si basa su dati non veritieri e andrebbe quindi ritirata».

 

Rivolgendosi ancora al governo, Scura poi osserva: «Non conosco nessuno in Calabria, neppure nella nuova struttura commissariale, che abbia maturato competenze per la valutazione dei direttori generali (oggi commissari). Il sottoscritto ha impiegato sei mesi per predisporre e far firmare ai direttori generali calabresi il piano degli obiettivi 2018. Secondo: supponiamo che subentri un nuovo direttore generale, come puo? essere valutato dopo sei mesi? Terzo: siete proprio convinti di trovare direttori generali in grado di venire in Calabria? Qui i problemi sono prima di tutto di natura etica, poi culturale e solo dopo organizzativi».

 

A parere dell’ex commissario «la Calabria ha innanzitutto necessita? di far funzionare il Dipartimento Tutela della Salute decapitato dal presidente Oliverio e la Stazione unica appaltante, causa di una spesa per beni e servizi fuori controllo e di tempi biblici per esperire una gara, favorendo proroghe a vantaggio dei soliti noti. Ma su questo non leggo provvedimenti. Due task force interne, che io ho autorizzato, per debellare il debito pregresso a Reggio e Cosenza, ancora non sono operanti, per motivi a volte di lassismo, in alcuni casi drammatici. Scrivo questa lettera aperta – conclude Scura nel testo indirizzato al premier Conte - nell’interesse generale dei calabresi, ma anche per tutelare il faticoso lavoro svolto da chi ha operato con passione in Calabria. Lavoro che viene implicitamente disprezzato dal vostro decreto con affermazioni non conformi alla realta?. Il vostro decreto, che poggia su dati non veritieri, sa di pura campagna elettorale, altro che restituire ai calabresi il diritto alla salute».