Nasconde mille insidie il Decreto Calabria che, ad ormai pochi mesi dalla scadenza della sua efficacia, continua a prolungare indefinitamente quelle stesse procedure che era stato chiamato a disincagliare dai proverbiali gangli burocratici regionali.

 

L'annuncio di procedure d'appalto limpide e snelle, proprio perchè gestite fuori dai confini calabresi, aveva fatto seguito all'approvazione del provvedimento emergenziale perorato dall'ex ministro della Salute, Giulia Grillo. Ma l'ostinazione dei fatti continua a dimostrare l'esatto contrario: gare d'appalto rallentate, bloccate e per di più pagate a peso d'oro ma solo per sottrarle al dichiarato "malaffare" locale.

Le Case della Salute

E se per veder nascere le Case della Salute i calabresi stanno attendendo tempi biblici, l'ultimo anno è però da addebitare interamente all'entrata in vigore del decreto, che ha esautorato la Calabria dalla gestione dei suoi acquisti e dall'affidamento dei suoi servizi o delle gare d'appalto. Mesi, ad esempio, sono trascorsi affinchè il commissario ad acta per il piano di rientro individuasse un'agenzia in grado di governare le procedure di edilizia sanitaria: prima Soresa, infine Invitalia.

 

Il cerchio sembrava chiuso, infatti, per la Casa della Salute di Chiaravalle quando, stretta la convenzione tra Regione e Invitalia, l'Azienda Sanitaria provinciale di Catanzaro trasmetteva il progetto esecutivo all'agenzia del ministero dell'Economia per mandarlo in gara.

Il conto da pagare

Era il 30 aprile, oggi è 1 settembre ma progetto e documentazione sono ancora fermi sulle scrivanie dell'Asp catanzarese, costretta dopo l'invio delle schede di intervento a rimodulare il piano economico in corsa per inserire una spesa imprevista: il compenso dovuto all'agenzia controllata dal ministero dell'Economia per espletare la gara d'appalto per conto della Regione Calabria, esautorata da Roma ma costretta in ogni caso a pagare il conto.

 

A fine giugno Invitalia accetta di supportare l'Asp a gestire l'affidamento della gara per la costruzione della Casa della Salute ma spedisce a Catanzaro il piano economico, lievitato però di 65mila euro, tutte spese per la gestione della procedura. Somme rinvenute solo attraverso la rimodulazione del quadro economico del progetto del valore di circa otto milioni di euro ma che hanno portato via altro tempo e altro denaro alla Calabria.