Lo scorso 1 aprile ha chiuso i battenti la Guardia Medica Pediatrica di via Nazioni Unite a Crotone poiché è scaduta la convenzione con l'Azienda Sanitaria Provinciale. Si tratta di un servizio molto apprezzato dalle mamme e dai papà i quali potevano fare affidamento, nei fine settimana, sui pediatri che a turno si mettevano a disposizione dei piccoli pazienti; ora ci si potrà, comunque, rivolgere al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio. Un progetto capofila in Calabria quello delle cure dedicate ai più piccoli, nato nel 2014 e preso anche d'esempio in altre regioni, che sin dall'inizio si è dimostrato utilissimo alla comunità: basti pensare che nella stagione influenzale è stato “preso di mira”, registrando anche 30 visite in tre ore. La Guardia Medica Pediatrica doveva già chiudere qualche mese fa, ma d'accordo con l'Asp c'è stata un proroga per l'inverno, visti i picchi influenzali; l'Azienda Sanitaria, comunque, ha manifestato l'impegno di voler dare continuità all'ambulatorio, e sta cercando le risorse che possono sostenere il progetto. In totale servono 50mila euro l'anno; in più, grazie all'apertura di questa Guardia Medica, non solo si solleverebbe il carico di lavoro del pronto soccorso del nosocomio crotonese, ma ne gioverebbe l'aspetto economico sanitario, e la salute dei più piccoli visto che andrebbero ad essere visitati in luogo sicuramente più igienico rispetto al pronto soccorso.

Dunque, da un paio di settimane si è registrata questa chiusura, anche se la notizia è trapelata nelle ultime ore; non è tardata la risposta dei genitori crotonesi, contrari alla sospensione del servizio, ma che ripongono grande fiducia nei medici che prestano questa attività. In particolare, l'associazione “Noi mamme e bebè” è sul piede di guerra: «siamo fiduciosi – ha dichiarato la presidente Vittoria Zurlo – sappiamo che quello della Guardia Medica Pediatrica è un servizio indispensabile non solo ai bambini, ma anche agli adulti. Qualora non dovesse essere riattivato, “Noi mamme e bebè” non si fermerà, ma ci mobiliteremo con una manifestazione, se necessario, nelle sedi competenti andando a interloquire con chi potrà aiutarci, affinchè questo servizio possa proseguire».