Il segretario generale calabrese Alfonso Cirasa si appella alle istituzioni regionali affinché facciano arrivare tempestivamente quante più dosi possibili: «Non possiamo perdere questo treno»
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All’indomani dell’ok dell’Agenzia italiana del farmaco all’utilizzo degli anticorpi monoclonali nella lotta al Covid-19, il segretario generale della Uil pensionati Calabria Alfonso Cirasa esprime viva soddisfazione: «La decisione dell’Aifa ci fa ben sperare e, ancora una volta, ci porta a ribadire che sia indubbio che la Calabria abbia l’obbligo di dotarsi di questi strumenti salvavita».
Per Cirasa, che nei scorsi giorni aveva lanciato un appello alle istituzioni calabresi sollecitando loro un intervento tempestivo indirizzato all’acquisto di diverse dosi di anticorpi monoclonali, «appare necessario bruciare le tappe perché dotare il Servizio sanitario regionale di questa arma contro un virus subdolo e mortale rappresenta un dovere morale verso tutti i cittadini calabresi e, in particolare, per le fasce più deboli della sua popolazione, per garantire a tutti i soggetti fragili, come possono essere i pazienti immunodepressi, la possibilità di avere rapide e concrete garanzie e vincere la battaglia contro il Covid-19».
Una battaglia difficile che secondo il sindacato «può essere vinta con l’uso di questi anticorpi, come ampiamente dimostrato dalla guarigione dell’ex presidente degli Stati Uniti». «Questa terapia - dice ancora Cirasa - è stata utilizzata con successo allo Spallanzani, i cui sanitari hanno dimostrato, numeri alla mano, di poter ridurre l’ospedalizzazione dei soggetti contagiati dal coronavirus. Sempre allo Spallanzani, poi, gli anticorpi monoclonali sono stati utilizzati anche su malati immunodepressi - come quelli affetti da gravi patologie tumorali o autoimmuni - con notevole successo, dimostrandosi a tutti gli effetti un presidio salvavita».
«Il Sistema sanitario nazionale - ha concluso Cirasa - pare stia cercando di accelerare sulla dotazione di decine di migliaia di dosi di anticorpi monoclonali, alla luce anche del fatto che questo farmaco salvavita peraltro è prodotto dalla casa farmaceutica americana “Eli Lilly” a Latina. In attesa dei monoclonali italiani, in corso di sperimentazione, che dovrebbero essere disponibili tra qualche mese. La Calabria, quindi, non può e non deve perdere questo treno. Le istituzioni che governano la cosa pubblica calabrese devono dotarsi, nel più breve tempo possibile, di questo presidio sanitario anti coronavirus. Non muoversi per tempo sarebbe un errore imperdonabile, una svista inaccettabile che, come è facilmente intuibile, rischierebbe di avere pericolose ricadute sulla salute dei cittadini».