Il matematico Sebastiani nella sua analisi spiega: «Le scuole contribuiscono alla diffusione dell'epidemia soprattutto in relazione alle attività connesse, come per esempio i trasporti»
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La percentuale dei casi positivi ai test molecolari ha raggiunto il picco in Italia, «con valor medio 25% e, alla luce dell'esperienza, questo valore dovrebbe decrescere, resta però l'incognita di una successiva risalita dovuta alla ripresa dei contatti sia per la stagione dei saldi che per la riapertura delle scuole»: lo indica l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
Covid, scuole e saldi
«Con i dati aggiornati al 9 gennaio, il picco appare raggiunto il giorno prima, ma i dati dei prossimi giorni renderanno possibile una più accurata localizzazione», osserva Sebastiani. «Il valore medio della percentuale al picco è pari al 25% e si prevede che decresca, ma ci si aspetta anche che il trend sarà variato tra una-due settimane a causa dell'aumento dei contatti per le attività legate ai saldi e, soprattutto, per quelle in relazione alla riapertura odierna delle scuole».
In proposito, Sebastiani cita i due lavori scientifici da lui pubblicati con il virologo Giorgio Palù, basati su dati italiani, e «numerosi altri studi scientifici, anch'essi pubblicati su riviste internazionali»: tutti, rileva il matematico, «mostrano che le scuole contribuiscono in modo rilevante alla diffusione dell'epidemia di Covid-19, soprattutto (ma non esclusivamente) in relazione alle attività connesse (ad esempio i trasporti)». Tra questi, Sebastiani cita uno studio basato sui dati da 131 Paesi, dal quale emerge che «la riapertura delle scuole induce un aumento medio dell'indice di riproduzione Rt pari a circa il 25%», e un altro studio basato sui dati da 41 Stati indica che la chiusura delle scuole riduce il valore di Rt in media del 38% circa.
«La conclusione che le scuole siano sicure poiché durante la recente impennata dei contagi in Italia esse erano chiuse, di recente diffusa attraverso i media, è sbagliata poichè un aumento dell'incidenza di positivi iniziato un dato giorno è indotto da uno analogo della diffusione dell'epidemia iniziato una-due settimane prima», rileva Sebastiani. «Quello che accade - aggiunge - è analogo a quando osserviamo la luce del sole, che è relativa al suo stato di circa otto minuti e mezzo prima».