Un solo caso si è registrato a Catanzaro. Una donna ha rifiutato l'intubazione ed è deceduta. Il medico anestesista: «In Rianimazione l'80% è occupata da non vaccinati» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Esiste in Calabria uno zoccolo duro di popolazione ancora refrattaria alla vaccinazione ma, a differenza di quel che avviene nel resto d'Italia, al momento del ricovero la stragrande maggioranza rivede il suo approccio no vax accettando le cure mediche. Sono di fatto più unici che rari i casi di calabresi che giunti in reparto dopo aver contratto il virus rifiutano la ventilazione artificiale.
Nessun caso di rifiuto in area critica
«Probabilmente perchè in Calabria è più alta la consapevolezza di una ormai nota ridotta capacità di risposta sanitaria» chiarisce immediatamente il componente dell'associazione Aaroi Emac, Domenico Minniti, che raggruppa gli specialisti di Anestesia e Rianimazione.
«Nelle quattro terapie intensive calabresi che curano le patologie connesse al covid - aggiunge il medico - sono assai infrequenti i rifiuti alle cure opposti da pazienti che necessitano di intubazione. Pochi casi ma che infine si sono lasciati convincere dell'urgenza dell'intervento salvavita. Siamo a conoscenza solo di alcuni pazienti che si sono mostrati solo inizialmente diffidenti alla ventilazione artificiale ma che infine hanno cambiato idea».
Un solo caso in area medica
Un solo caso conclamato in Calabria si è registrato nel reparto di Malattie infettive dell'ospedale Pugliese di Catanzaro. «Anche in questo caso - specifica Minniti - si era resa necessaria la ventilazione artificiale ma la paziente si è ostintamante rifiutata tanto da voler firmare il dissenso a sottoporsi a qualsiasi cura medica. Tendenzialmente però possiamo dire che nei reparti di area critica per ora non abbiamo assistito ad alcun caso esplicito di rifiuto». La donna successivamente è spirata.
I dati
Il medico poi snocciola alcuni dati relativi all'occupazione dei reparti di terapia intensivi: «Nell'ottanta per cento dei casi si tratta di popolazione che ha rifiutato la vaccinazione, il restante 15 o 20% è rappresentato da persone vaccinate ma che non ha fatto la dose booster e dall'ultima vaccinazione sono trascorsi almeno 6 mesi o, in ultima analisi, di soggetti che presentano un quadro clinico aggravato dalla compresenza di altre patologie».