Per qualcuno la situazione è peggiorata. Non c’è famiglia che non conti un caso presente o passato. A guardare il numero di bambini in quarantena vengono i brividi, intere classi sono in Dad e fuori dalle farmacie le file si allungano. Il virus, nella sua variante Omicron se, da un lato, sta facendo ben sperare in un’evoluzione meno letale della malattia, dall’altra sta facendo preoccupare, e molto, i genitori dei più piccoli che, spesso e a differenza del passato, sono sempre meno asintomatici e, in qualche caso, accusano febbre altissima e difficoltà respiratorie.

«La nuova variante Omicron è meno aggressiva sugli adulti ma nei bambini in qualche modo attecchisce di più rispetto a prima. Il fatto è che nei mesi ci siamo trovati davanti a un quadro molto volubile: mentre gli adulti, in qualche modo, avevano avuto un contatto col virus, lo stesso non si poteva dire per i piccoli. La variante Omicron ha contagiato i piccoli scoperti da un punto di vista immunitario» spiega Gianfranco Scarpelli, il primario del reparto materno-infantile dell’ospedale di Cosenza.

La nuova mutazione, pare dalle analisi degli esperti virologi, sembra dunque contagiare con più facilità i bambini che, in prima battuta erano quasi bypassati dal virus. «Sta dando disturbi maggiori. Nel periodo precedente, quando la Delta era preponderante, non avevamo avuto molti casi di bimbi positivi al Covid o casi di bimbi nati positivi da mamme positive ma le cose sono cambiate. In alcuni bambini, in condizioni di deficit immunitario, la sintomatologia, sfortunatamente, è più grave. Anche qui a Cosenza abbiamo avuto in cura bambini con polmoniti bilaterali importanti legate a questa variante Omicron».

Oggi all’ospedale dell’Annunziata c'è un bimbo ricoverato per coronavirus ma non in gravi condizioni. «All’inizio di gennaio c’è stato il picco, abbiamo curato molti bimbi sotto i cinque anni e quindi non vaccinati. Purtroppo oggi molte donne incinte non vaccinate e con sintomi evidenti si trovano ricoverate al reparto di Malattie infettive».

E sulla questione vaccini pediatrici, Scarpelli è molto chiaro. «Il fatto che molti bambini, anche vaccinati con prima dose, si ammalino ma con sintomi passeggeri, dimostra l’efficacia delle somministrazioni». Il primario spiega quando preoccuparsi e rivolgersi subito allo specialista. «Intanto non bisogna allarmarsi se il piccolo presenta la febbre ma se iniziano a manifestarsi sintomi respiratori bisogna immediatamente allertarsi perché è il segno che il virus dalle vie respiratorie alte è passato ai polmoni, ricordiamoci che si tratta di una patologia che in alcuni casi può avere un’evoluzione rapidissima».