Un errore del primario di chirurgia pediatrica dell’ospedale di Cosenza potrebbe aver determinato la precipitosa fuga dal reparto di una famiglia, giunta all’Annunziata per far medicare con un paio di punti di sutura, la ferita post operatoria del figlio adolescente, reduce da un intervento chirurgico effettuato al Gaslini di Genova. E’ quanto sostengono i genitori del ragazzo, preannunciando di voler adire le vie legali.

Il primario di chirurgia pediatrica avrebbe danneggiato la sutura della ferita

Affetto da cifoscoliosi in malattia metabolica ed operato nel presidio sanitario ligure nel mese di luglio, il giovane era poi rientrato in Calabria per la convalescenza. D’intesa con i medici del Gaslini, la famiglia aveva poi accompagnato l’adolescente nel nosocomio bruzio, nel reparto di chirurgia pediatrica, per verificare lo stato di cicatrizzazione della ferita chirurgica e per valutare l’eventuale applicazione di ulteriori punti di sutura. Qui sarebbe accaduto l’imprevedibile. Secondo quanto sostenuto da V.G., padre del giovane, il primario, senza consultarsi con il collega dell’ospedale Gaslini, avrebbe introdotto delle forbici nella ferita, che avrebbe ripreso a sanguinare, rifiutandosi poi di procedere alle cure, non essendo il giovane un paziente del reparto. La famiglia è così salita a bordo del primo aereo per raggiungere il presidio sanitario di Genova dove il problema è stato risolto.
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Il ragazzo costretto ad altri 22 giorni di ricovero

«Mio figlio è stato esposto al rischio di infezioni e l’episodio gli ha provocato conseguenze anche sul piano psicologico - ha dichiarato il genitore del ragazzo – Adiremo a breve le vie legali sul piano strettamente civile, portando l’accaduto all’attenzione della Corte dei Conti per il danno erariale cagionato al sistema sanitario calabrese, in ragione dell’ulteriore ricovero di 22 giorni e di altri due interventi chirurgici cui mio figlio è stato costretto a sottoporsi al Gaslini. Inoltre – ha concluso V.G. – abbiamo dovuto trascorrere il periodo di Ferragosto a Genova, con gravi danni per la mia famiglia anche sul piano economico».

 

Salvatore Bruno