Dal primo giugno scorso la diagnostica svolta nei laboratori di ematologia dell’Unità di Ricerca Biotecnologica, centro di eccellenza certificato dal Gimema ospitato nei locali Asp di Aprigliano, è stata trasferita al laboratorio centrale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, nel complesso dell’Annunziata, nell’ambito di un piano di razionalizzazione varato dal commissario ad acta Saverio Cotticelli.

Garantire le migliori cure

Lo scippo si è consumato in danno dell’Associazione Italiana contro le Leucemie. In questa struttura, precedentemente impiegata come poliambulatorio e poi destinata a diventare una scatola vuota, l’Ail da circa dieci anni si è impegnata in attività di ricerca e di analisi che hanno consentito di offrire ai pazienti quelle risposte precise e tempestive, necessarie ad approntare le migliori terapie per la cura di leucemie, mielomi ed altre gravi patologie.

Il Decreto contestato

Adesso la struttura, precedentemente riconosciuta come laboratorio di rilevanza regionale, è scomparsa dal piano di riorganizzazione contenuto nel Dca 62/2020, impugnato davanti al Tar dall'Associazione. La vicenda è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede Urb, alla quale è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Ail, Sergio Amadori, giunto in Calabria per sostenere la battaglia intrapresa davanti alla giustizia amministrativa.

La precisione diagnostica

«Per guida scientifica, esperienza dei biologi e qualità delle attrezzature impiegate, questo centro – ha spiegato il presidente Amadori – accede alla piattaforma creata dal gruppo Gimema in cui sono inseriti laboratori di precisione diagnostica certificata e validata da organismi internazionali. Il fattore della precisione è determinante: diagnosi perfette consentono l’applicazione di terapie specifiche e mirate di maggiore efficacia. L’Azienda Ospedaliera, invece di azzerare appendici magari inutili e fatiscenti, esclude dal circuito sanitario un laboratorio di così alto livello».

Patrimonio disperso

Alla iniziativa, ha partecipato anche Fortunato Morabito, direttore scientifico dell’Urb già dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di ematologia del nosocomio bruzio: «Si sta mettendo a repentaglio un patrimonio incalcolabile di conoscenze – ha affermato – Mettendo da parte il know-how costruito in tanti anni di attività tra queste mura equivale a ripartire da zero».

I conti non tornano

Sotto il profilo finanziario, non sembra esserci alcun vantaggio per l’Azienda Ospedaliera. Al contrario: ha dovuto assumere due analisti a tempo indeterminato, acquisire alcune certificazioni, comprare macchinari, poiché quelli impiegati nell’Urb sono di proprietà dell’Ail. Inoltre soltanto il laboratorio di Aprigliano in Calabria è in grado di effettuare alcune particolari e costose analisi, che l’Azienda Ospedaliera deve adesso richiedere in centri extraregionali. La sintesi della situazione nella intervista rilasciata da Ornella Nucci, presidente della sezione Ail di Cosenza e coordinatrice dell’iniziativa.