Tra i soggetti più esposti a rischio in questo periodo di emergenza sanitaria ci sono sicuramente i disabili. Per loro l’emergenza è doppia e tante sono le difficoltà con le quali si stanno scontrando.

Ne abbiamo parlato con la presidente regionale della Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap, Nunzia Coppedè, tra i fondatori della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, nel corso della nuova puntata di LaC Salute curata da Rossella Galati, in onda ogni sabato alle 15.30 su LaC Tv.

Coppedè è nata con una grave forma di disabilità fisica, l’artrogriposi miogena ma nonostante questo è diventata nel tempo un riferimento per molti, sempre in prima linea per difendere i diritti dei più deboli. Ma quali sono le principali criticità con cui i disabili si stanno imbattendo in queste settimane?

Servizi di supporto per disabili

«Sono saltati i servizi di appoggio e di supporto per la disabilità -  spiega la Coppedè -. Giustamente i centri diurni hanno chiuso, le scuole sono chiuse, per il lavoro ci si organizza come si può e le famiglie si devono ora fare carico di tutto.

Per noi un’altra criticità è quella del mantenere un metro di distanza: ci sono dei tipi di disabilità in cui questo è praticamente impossibile. Specialmente per chi fa assistenza domiciliare e deve aiutare una persona a spostarsi dal letto alla carrozzina o accompagnarla in bagno. Come fa a mantenere un metro di distanza? È impossibile. Sono situazioni molto complicate e difficili da risolvere. Qui non si tratta di colpevolizzare nessuno ma è il sistema sociale e sanitario che non è organizzato per questo tipo di emergenze».

L'appello della Coppedè

E mentre la Fish Calabria insieme alle altre associazioni sta lavorando ad una mappatura delle persone con disabilità ecco l’appello della Coppedè: «A tutti coloro che si stanno attivando per gestire l’emergenza chiedo di non dimenticarsi delle persone con disabilità che sono chiuse in casa, che si trovano in una situazione di svantaggio ulteriore rispetto agli altri, che hanno molte difficoltà nel rispettare le regole che giustamente sono state imposte. Queste persone potrebbero avere dei bisogni eccezionali e questo bisogna tenerlo presente. Se ci fosse anche un punto di riferimento, un numero di telefono dedicato potrebbe essere un grande sostegno».

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