Più chiarezza sulle modalità di accesso ai lidi ed ai centri balneari. Ma la domanda che tutti si pongono è: non sarà pericoloso per il contagio andare a mare? Acqua e sabbia possono essere veicoli di trasmissione del coronavirus? A dare risposte chiare ci ha pensato Nicola Petrosillo, direttore del dipartimento clinico e di ricerca delle Malattie Infettive dell’ospedale Spallanzani, durante una video conferenza. Possono organizzarsi più tranquillamente dunque i gestori degli stabilimenti balneari, in attesa di un ok definitivo da parte del Governo.
Secondo Petrosillo: «Anche se un infetto dovesse fare il bagno poi disperderebbe il virus nell’acqua. Nel mare tutto si diluisce».

 

Ma non solo, la bella stagione porterebbe con sé anche la possibilità di una diminuzione dei contagi: «Ho qualche speranza che il caldo possa intervenire, in termini di raggi ultravioletti e umidità – aggiunge – anche basandoci su altri casi di virus simili, possa abbattere la carica batterica presente nelle goccioline emesse nell’aria. Ci sono altre esperienze in tal senso con il virus della Saars e con i virus influenzali. Questo fa ben sperare ma poi bisognerà fare i conti con la realtà».

 

Ma non c’è solo l’acqua del mare. Cosa potrebbe succedere in casi di contaminazione della sabbia, ad esempio, con secrezioni di una persona infetta? Perché possa avvenire il contagio servirebbe un passaggio repentino nelle vie respiratorie di una persona, qualcosa di davvero difficile.

Idem per l’acqua salata, come già evidenziato, il sale contenuto nell’acqua di mare renderebbe innocuo il virus. Lo stesso per l’acqua del lago che comunque diluisce il virus. Nel caso delle piscine ci pensa il cloro a uccidere il virus. Resta fondamentale rispettare le altre regole di distanziamento sociale e igiene negli spogliatoi, bagni, corridoi e aree comuni.