«La medicina del territorio, in piena emergenza coronavirus, credo sia stata utilizzata male» a sostenerlo è il pediatra Gianfranco Manfrida, segretario della Federazione italiana medici pediatri di Vibo Valentia nel corso dell'ultima puntata di LaC Salute, la rubrica curata da Rossella Galati, in onda ogni sabato su laC Tv alle 15.30, dal titolo “covid e nuova pediatria di famiglia”.

 

Il rapporto con il paziente

«Noi non abbiamo mai interrotto le prestazioni sanitarie – spiega il professionista - la difficoltà è stata nel doverle gestire telefonicamente e quindi abbiamo adottato modi nuovi nel rapportarci con il paziente, nel nostro caso con il bambino e la sua famiglia. Non bisogna dimenticare, e noi pediatri di famiglia al pari dei medici di base non lo abbiamo dimenticato, quello che è il rapporto personale che è il fondamento della medicina e ancor più della pediatria». «Chi è finito in ospedale è finito quasi direttamente in rianimazione, bypassando l'organizzazione sanitaria, mi riferisco soprattutto al medico di famiglia – evidenzia il pediatra -. In Germania ad esempio hanno utilizzato quello che già c'è, senza inventarsi nulla: non hanno aumentato i posti di terapia intensiva, che sicuramente erano più dei nostri, ma hanno dato più forza e più possibilità di intervento ai medici di famiglia. Lì l'ospedale viene dopo, la rianimazione è l'ultima spiaggia».

 

Il supporto della Federazione pediatri 

Ma nonostante le criticità sollevate dallo specialista, la Federazione dei pediatri si è subito adoperata per mettere a disposizione dei cittadini strumenti di comunicazione di immediata consultazione a partire dal sito fimp.pro: «La nostra federazione ha reso disponibile a tutti un sito certificato con al suo interno dei consigli su come gestire i bambini a casa considerando che la popolazione pediatrica è una popolazione fragile. E allora, in base alle fasce d'età, da 3 a 6 anni, da 6 a 10, da 10 a 14, abbiamo messo a disposizione delle idee per poter convivere in casa con i bambini».

 

L'impatto psicologico del virus sui bimbi

Laboratori virtuali che stimolano dunque la sensibilità e la creatività dei bambini che hanno percepito in tempi e modi diversi l'emergenza sanitaria anche da un punto di vista emotivo come ha spiegato la psicologa del Centro di medicina solidale Ace di Pellaro, nel reggino, Maria Laura Falduto: «Ogni bambino, ogni adolescente, vive e interpreta le situazioni a seconda della propria fase di sviluppo. Ma c'è un elemento imprescindibile che ci accompgna dalla nascita e che vale per tutte le età, che è la comunicazione emotiva, cioè non tanto il contenuto di quello che proviene dal mondo esterno ma soprattutto il valore, il senso emotivo che in qualche modo ci viene rimandato: ogni bambino costruisce la sua rete di significati sul mondo che lo circonda a partire dagli occhi dell'altro. E se vogliamo, in questa fase siamo stati un po' privati del rispecchiamento emotivo e tanti ragazzi, tanti bambini manifestano diversamnte i loro disagi.

 

I consigli che possiamo rivolgere agli adulti e quindi ai genitori – prosegue la psicologa - è quello di riprendere gradatamente il contatto con l'altro, rispettare lo spazio privato dell'altro. Ma soprattutto utilizzare una comunicazione quanto più fedele alla realtà possibile con un linguaggio a misura di bambino per ogni specifica età di sviluppo. Bisogna ricordare che non è tanto importante cosa diciamo ma come lo diciamo».

 

La telemedicina

Ma com'è cambiata la pediatria di famiglia nell'era del covid e quali sono le prospettive future? Secondo il pediatra vibonese Manfrida si è aperto un nuovo percorso: «L'abbattimento delle prestazioni sanitaire in genere riguarda anche quelle degli studi pediatrici. Una condizione inaspettata come quella che stiamo vivendo ci deve indurre a delle riflessioni facendo autocritica per andare avanti e migliorarci. Questo fa parte della medicina. Abbiamo messo in campo la sperimentazione di un modo diverso di lavorare attraverso la telemedicina: la possibilità di curare a distanza tenendo però conto delle criticità e dei limiti. Limiti del paziente, che è abituato al contatto con il medico, e il limite del medico che è abituato al contatto col paziente.

 

Questo cambio di indirizzo sicuramente porterà con sé delle difficoltà ma merita di essere studiata assieme ad altre opportunità quale ad esempio la comunicazione fatta bene sia da una parte che dall'altra in modo che il pediatra possa avere una percezione più precisa della situazione». Dunque il consiglio del pediatra Manfrida, in vista della stagione estiva è: «Portate al mare i vostri bimbi che hanno bisogno del sole perchè i raggi solari aiutano nella produzione della vitamina D fondamentale per la crescita, fateli stare all'aria aperta che è una grande medicina. Usciamo e rispettiamo le norme evitando gli assembramenti. L'importante è che venga rispettata la regola del buon sebnso, è soprattutto quello che serve».