Valore vicino allo zero nei dati relativi alla settimana scorsa, mentre sono cinque le regioni in cui è superiore a 1: «È la conferma che è opportuno mantenere le misure di prevenzione già adottate»
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Le stime dell'indice di contagiosità Rt «tendono a fluttuare in alcune regioni in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano pertanto negli ultimi 14 giorni stime superiori a 1 in 5 regioni dove si sono verificati recenti focolai». È il quadro tracciato nel report dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, con i dati del monitoraggio della situazione in Italia nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio.
Le 5 regioni italiane con indice di contagiosità Rt superiore a 1, sono l'Emilia Romagna e il Veneto entrambe a quota 1,2; la Toscana (1,12); il Lazio (1,07); il Piemonte (1,06). La Lombardia, regione che essendo stata estremamente colpita da Covid-19 mantiene la fetta più grande di nuovi casi, ha un Rt sotto 1 ossia a 0,92. All'altro estremo la Basilicata che resta con un Rt a quota zero. Tra gli indici più bassi anche quello della Calabria che è 0,38. Ancora basse pure le altre regioni del Sud e le Isole, dalla Puglia (0,54) alla Sicilia (0,24) passando per Sardegna (0,19).
Seppur in diminuzione, però, «in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati», si avverte nel report. «Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante. In quasi tutte le regioni sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune. Tale riscontro in gran parte è dovuto all'intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti».
La situazione descritta, relativa prevalentemente alla seconda metà di giugno 2020, è «complessivamente positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione», concludono gli autori del report. «Al momento i dati confermano l'opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni e Province autonome. È necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva e accertamento diagnostico di potenziali casi, l'isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni - concludono gli esperti - sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiologiche».