VIDEO | L'idea dell'Asp fermata, per ora, dalla Regione. Il comitato civico insorge mentre il sindaco Calabrese: «Progetto demenziale. Non siamo disposti a subire ancora»
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L'andamento epidemiologico del Coronavirus nella Locride, con 7 casi accertati sul territorio, ha aumentato di molto le preoccupazioni di cittadini e istituzioni. A far discutere è la proposta dell’Asp di Reggio di convertire il nosocomio di Locri in centro Covid. Le criticità della struttura di contrada Verga sono note e sono state messe a nudo nelle ultime settimane. Il grido di allarme lanciato in questi giorni dagli stessi operatori, abbandonati in trincea senza i mezzi necessari e senza le necessarie misure di sicurezza preoccupa il comitato civico pro-ospedale che non nasconde dubbi e perplessità sul possibile “Covid-Hospital”.
«Le due realtà di pazienti “No Covid” e di pazienti Covid non possono coesistere – sostiene il presidente del comitato Bruna Filippone - Convertire il nostro ospedale in centro Covid è una follia. Ci sono altre strutture tra cui anche quella di Siderno da poter destinare a presidi Covid, basterebbe valutarne la fattibilità in termini di costi e di tempi. Ma bisogna fare presto, siamo in enorme ritardo, il tempo passa e non si è fatto nulla se non vanificare il tempo di vantaggio che il virus ci ha concesso».
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I sindaci dal canto loro sono sul piede di guerra e nonostante le rassicurazioni del Presidente della Regione Jole Santelli a margine dell’ultimo consiglio regionale, sono pronti ad alzare le barricate. «Impediremo in tutti i modi che si possa realizzare questo progetto demenziale di un centro Covid a Locri – ha espresso il sindaco di Locri Giovanni Calabrese - di fatto chiudendo il nosocomio a tutte le altre patologie per gestirle e mandarle altrove. Abbiamo lottato per 6 anni, gridando a tutti le criticità dell’ospedale, oggi non siamo disponibili a subire ancora».