«Il governatore e il direttore generale dell’Asp di Reggio spieghino una volta per tutte quali sono i motivi che impediscono l’apertura nel capoluogo di un centro dialisi, da mesi annunciato ma il cui iter è sostanzialmente fermo al palo. A pensar male si fa peccato, ma non vorremmo che dietro tutte queste inerzie ci fossero i soliti e inconfessabili interessi di strutture private in mano ai soliti amici degli amici». Così la deputata del M5S Federica Dieni.

 

«Nel corso dell’ultima riunione in Prefettura – aggiunge la parlamentare –, l’Associazione nazionale emodializzati ha trovato la disponibilità dello stesso prefetto e del sindaco, che ha messo a disposizione un immobile confiscato alla ‘ndrangheta da adibire a nuovo centro per i pazienti nefropatici. Da una stima approssimativa, pare che per rimettere a nuovo i locali basterebbero circa 100mila euro; inoltre, servirebbe più o meno la stessa cifra per dotare la struttura dei medici e degli infermieri necessari a coprire i 13 posti ipotizzati, che permetterebbero a molti malati di sottoporsi alle cure nella loro città». «Com’è ormai tristemente noto – spiega Dieni –, sono ben 52 i pazienti costretti a fare quasi quotidianamente lunghi viaggi per ricevere le cure salvavita: i più sfortunati, circa 34 persone, sono costretti ad attraversare lo Stretto per raggiungere gli istituti di Messina e, in alcuni casi, anche di Patti. Un calvario esistenziale inaccettabile ma anche insostenibile economicamente, dal momento che questo disservizio costa un milione di euro all’anno alla comunità calabrese».

 

«La soluzione – conclude la deputata 5 stelle – è a portata di mano e potrebbe mettere fine in un colpo solo sia alle sofferenze aggiuntive dei malati, sia all’inutile spreco di risorse pubbliche. Purtroppo, dopo mesi di annunci, da parte della Regione e dell’Asp non è arrivato nemmeno un atto concreto che possa far sperare nell’attivazione in tempi brevi del centro dialisi. Il governatore Oliverio e il dg Brancati hanno quindi il dovere di agire al più presto o, in alternativa, dire chiaramente come stanno le cose e perché questa struttura, malgrado le condizioni più che favorevoli, non s’ha da fare».