VIDEO | L'auspicio del direttore sanitario è che vengano istituiti percorsi diagnostico terapeutici assistenziali per una malattia difficile da affrontare non solo per i pazienti ma anche per le famiglie
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Coincide con l’inizio dell’estate la giornata mondiale della Sla, malattia neurodegenerativa progressiva che stravolge la vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il Centro clinico San Vitaliano di Catanzaro, che si prende cura di persone affette da Sla o malattie neuromuscolari, anche quest’anno ha voluto celebrare questa ricorrenza offrendo ai pazienti e ai loro cari un momento di svago e di confronto. Una giornata diversa diventata anche occasione per richiamare l’attenzione sulla necessità di prevedere specifici percorsi assistenziali.
Percorsi assistenziali per malati di Sla
«Sarebbe importante creare con le strutture ospedaliere quello che tecnicamente è il “percorso terapeutico assistenziale” – sottolinea il direttore sanitario, Bonaventura Lazzaro - significa sapere cosa fare nel momento in cui il bisogno si pone per problemi che in una malattia del genere purtroppo sono prevedibili. Ma poi nel momento in cui si presentano ci sono tante difficoltà per affrontarle. Ecco, se passasse questo messaggio, quest’anno avremmo fatto della giornata mondiale della Sla una giornata positiva».
Le testimonianze
Nel corso dell’iniziativa, alla quale oltre al direttore Lazzaro ha preso parte anche lo psicologo Domenico Mauro, spazio alle testimonianze di chi ha perso i propri cari per colpa della malattia, come Valeria Loricchio, moglie di Giuseppe, che ha trascorso i suoi ultimi anni di vita nella struttura catanzarese con la sclerosi laterale amiotrofica, o come Maria Sicilia, mamma di Simone, morto nel 2018 a 41 anni che non ha mai smesso di portare ai malati un sorriso o una parola di conforto: «Sono ammalati difficili – ricorda mamma Maria - che hanno bisogno di tutto, di tutto quel poco che si può dare, soprattutto dell’amicizia. Anche se poco, loro ne hanno certamente bisogno più di noi». Ad allietare la giornata i ragazzi della scuola di danza Maeson d’art di Francesco Piro: «Noi cerchiamo di dare il nostro contributo con la danza, un linguaggio universale che riempie il cuore e l’anima».