Sulla vicenda della bimba di Cetraro lasciata senza assistenza infermieristica a scuola, portata alla luce da LaC News24 nei giorni scorsi, interviene anche l'associazione Mamme Indispensabili, presieduta da Stella Marcone. «Come donna e come attivista non posso girarmi dall'altra parte di fronte alla richiesta di aiuto pervenutami da una mamma esasperata. O si trova una soluzione o sarò costretta a rivolgermi al ministro della salute, Orazio Schillaci, e al ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli». La bimba, lo ricordiamo, è affetta da una sindrome rara e da una grave forma di epilessia e pertanto durante il tempo della sua permanenza all'asilo, un'ora per due o tre volte a settimana, ha necessità di essere affiancata da un infermiere specializzato in grado di intervenire tempestivamente in caso di crisi epilettica, ma al momento nessuno sa chi e come dovrebbe attivare il servizio. Dall'Asp di Cosenza dicono di essere esenti da ogni responsabilità chiamando in causa il Comune; dalle stanze del municipio di Cetraro dicono, invece, che non è compito dell'amministrazione provvedere all'attivazione del servizio e che ad occuparsene dovrebbe essere il sistema sanitario nazionale.

L'intervento di "Mamme indispensabili"

Del caso si era subito interessata la Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, che ancora adesso continua a monitorare la situazione, tenendosi costantemente in contatto con la mamma della piccola. Ora, al loro fianco si schiera anche l'attivista Stella Marcone, che da anni guida un'associazione nata per la tutela delle famiglie con bambini disabili. «Nelle prossime ore - dice a LaC News24 - invierò una lettera a tutte le parti coinvolte per chiedere un incontro nel più breve tempo possibile». L'attivista spedirà la missiva in primis agli indirizzi di Asp di Cosenza e Comune di Cetraro, poi convocherà anche la Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, il presidente della Regione Calabria e commissario ad acta alla Sanità, Roberto Occhiuto, la vicepresidente della giunta regionale e delegata alle Pari Opportunità, Giusy Princi e l'assessore regionale alle Politiche Sociali, Emma Staine. «Non è possibile - afferma ancora Marcone - che nessuno sappia come comportarsi in casi come questi. Mi auguro che tutti rispondano alla mia chiamata e che questa possa rappresentare l'occasione per confrontarsi e agire tempestivamente».

Basterebbe un bando comunale?

In questi giorni la nostra redazione ha cercato di sbrogliare la matassa della burocrazia calabrese e fare chiarezza. Dai nostri controllo, risulta che l'Asp di Cosenza non ha attivo alcun servizio relativo all'invio di infermieri nelle scuole, mentre il Comune di Cetraro, destinatario di 100mila euro di fondi per i disabili, relativamente a questo caso si è occupato sinora dell'invio a scuola di una puericultrice e di un assistente domiciliare alla persona. Chi è, dunque, che dovrebbe sbloccare la situazione di stallo? Secondo quanto ci riferisce una persona vicina agli ambienti della sanità calabrese, la prassi da seguire sarebbe facile e veloce. «La richiesta - ci dice la fonte -, di concerto con il Glo (gruppo di lavoro operativo per l'inclusione), dovrebbe partire dalla scuola ed essere indirizzata al Comune interessato, in questo caso Cetraro. Successivamente, il Comune dovrebbe indire un bando pubblico e ricercare la figura specializzata da inviare nelle scuole, garantendogli lo stipendio con i fondi per i disabili. Tutto qui». La parola ora passa a "Mamme indispensabili" che si cimenterà nell'impresa di riunire tutti allo stesso tavolo e tirare fuori dal cilindro una soluzione definitiva al problema. Altrimenti la questione rischia seriamente di varcare i confini regionali.