VIDEO | L'ex clinica Tricarico mette a punto la nuova riorganizzazione sanitaria e spunta l'ipotesi licenziamento per 27 dipendenti. Ma una clausola del contratto di gestione potrebbe mandare all'aria il nuovo piano aziendale
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Non c'è pace per l'ex clinica privata Tricarico di Belvedere Marittimo. Dopo il fallimento di ambedue le società di gestione "Istituto Ninetta Rosano Srl" e "Casa di Cura Tricarico Rosano Srl", e dopo la recente operazione giudiziaria "Clinica Malata", in cui gli ex amministratori sono accusati di bancarotta fraudolenta a altri reati finanziari, la clinica rischia di finire nuovamente nel calderone delle polemiche, benché oggi sia gestita da una delle società del Gruppo Crispino, realtà imprenditoriale totalmente estranea ai fatti fin di cronaca fin qui elencati. La "Casa di Cura Istituto Ninetta Rosano Tirrenia Hospital", questo il nuovo nome per esteso, stavolta fa parlare di sé per la riorganizzazione sanitaria della struttura. Il nuovo piano prevederebbe l'esubero di 27 dipendenti, tra cui autisti, biologi, impiegati amministrativi e fisioterapisti, su un totale di 204.
La riorganizzazione sanitaria
Dopo anni di ritardi di pagamenti sotto la gestione Tricarico Rosano, i dipendenti avevano tirato un sospiro quando Giorgio Crispino, esperto imprenditore della sanità calabrese, aveva presentato l'offerta di circa 900mila euro per il fitto annuale dell'imponente clinica, finita all'asta giudiziaria e destinata ormai alla chiusura, dopo che nessun acquirente si era presentato all'appuntamento con i 15 milioni necessari per dire definitivamente addio al commissariamento. La clinica, lo ricordiamo, è convenzionata con il sevizio sanitario regionale e ha un budget annuale tra i più alti della regione. Nonostante ciò, l'incubo finanziario ritorna. «La società Tirrenia Hospital srl - si legge in un documento di qualche giorno fa - in persona del legale rappresentante Giorgio Crispino, ha assunto la decisione di porre in atto un piano di riorganizzazione aziendale, onde rendere più razionali le attività aziendali in termini di efficienza, efficacia, redditività e contenimento dei costi e che tale riorganizzazione comporta tra l'altro eccedenza di personale».
La fase preventiva
Tale ristrutturazione aziendale prevede l'attivazione di una fase preventiva di confronto sindacale, nella quale «l'impresa deve informare, in ordine alla situazione di eccedenza di personale, i motivi che la determinano, il numero dei lavoratori coinvolti e la collocazione aziendale e i profili professionali del personale eccedente» e che «nel corso del confronto le Parti esamineranno l'attuabilità di misure quali ad esempio forme flessibili di gestione del tempo di lavoro, contratti di riduzione d'orario, part-time». Nel periodo dell'emergenza Covid, la società aveva già mandato tutti i dipendenti in cassa integrazione.
Licenziamento legittimo?
Nel documento del tribunale di Paola che regola la vendita o il fitto dell'immobile (in questo caso il secondo), sono stilate una serie di clausole da rispettare. Nel testo si legge testualmente: «Il complesso aziendale viene alienato con i dipendenti e l'aggiudicatario è obbligato a mantenere le stesse condizioni economiche allo stato pattuite dalla Curatela». Viene, pertanto, da porsi una domanda: l'eventuale licenziamento dei dipendenti o la riduzione degli orari di lavoro è quindi da considerarsi un atto legittimo?
La riunione con i sindacati
Crispino, ad ogni modo, ha convocato il personale interessato il 17 giugno scorso. All'incontro hanno presenziato alcuni rappresentati della società di gestione, gli esponenti delle tre sigle di sindacati a difesa dei diritti dei lavoratori, Cgil, Cisl e Uil. Come anticipato nella convocazione, si è anche discusso della possibilità di sottoscrivere forme di contratto alternative, che porterebbe a una riduzione degli stipendi. Ma né i lavoratori né i sindacalisti hanno mostrato di apprezzare il nuovo piano di lavoro e hanno già fatto sapere che si opporranno.
Il prossimo incontro a luglio
Il prossimo confronto tra le parti ci sarà il 15 luglio. Ma fino ad allora dipendenti e lavoratori non staranno con le mani in mano a subire l'ennesimo sopruso economico, dopo quelli registrati durante la gestione dei Tricarico Rosano. I sindacati, unitamente ai dipendenti che vorranno sottoscriverlo, invieranno un documento al Giudice del Tribunale Fallimentare, al Prefetto, all’Ispettorato del lavoro e ai curatori fallimentari, per spiegare nel dettaglio cosa sta accendo tra le mura della clinica privata belvederese.
Il sostegno del sindacato Nursing
Non ci sono solo la Cgil, la Cisl e la Uil a combattere questa battaglia. Al fianco dei lavoratori attualmente considerati in esubero, scende in campo anche Nursing Cosenza, il sindacato degli infermieri, che per il tramite del suo segretario territoriale Cosimo Buonofiglio, fa sapere di essersi già attivata per risolvere l'incresciosa questione e di voler rimanere al fianco dei suoi iscritti e dei colleghi coinvolti nella vicenda.