«Si potranno arrabbiare quanto vogliono i colleghi ma io sono convinto che la regia è quella di non farla l'integrazione». Lo dichiara fuori dai denti, Arturo Bova, fautore di una delle due proposte di legge propedeutiche alla creazione dell'Azienda unica di Catanzaro ma mai approvata in Consiglio regionale a vantaggio di quella poi impugnata dal Governo dinnanzi alla Corte Costituzionale. «Approvare una legge che già si sapeva che sarebbe stata impugnata vuol dire agire con lo scopo di bloccare l'integrazione».

 

Nei giorni scorsi il consigliere regionale è tornato alla carica depositando la seconda richiesta di calendarizzazione di una seduta della commissione Sanità per discutere di una nuova proposta in grado di superare i rilievi di incostituzionalità ma con un appendice polemica: accusando i colleghi di immobilismo. «In attesa della calendarizzazione non è vero che siamo fermi - ha rispedito al mittente le accuse il vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Sinibaldo Esposito -. Soprattutto per quel che riguarda i gruppi di centrodestra stiamo lavorando sull'integrazione per capire i motivi dell'impugnativa».

 

I quali erano già stati però ampiamente manifestati dal commissario ad acta, Saverio Cotticelli, e concentrati sulla inopportunità di coinvolgere l'ospedale lametino in un processo integrativo tra due aziende hub. «Lamezia è uno spoke - incalza Arturo Bova - Che cosa c'entra lo spoke con l'hub?» si domanda avanzando un'ipotesi. «Beh a qualcuno si doveva fare un regalo probabilmente!». Ricostruzione, tuttavia, respinta dal vicepresidente della commissione Sanità, Sinibaldo Esposito: «Io credo che sia riduttivo - spiega - dire Lamezia sì, Lamezia no. Non credo che i rilievi di incostituzionalità posti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri riguardino solo Lamezia». 

 

Luana Costa