«Il ministro della salute Roberto Speranza non può non essere preoccupato e allarmato della situazione finanziaria in cui si trova l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Un’Azienda tra le più grandi del Mezzogiorno con un bilancio di oltre un miliardo e 200 milioni di euro, un terzo dei 3,4 miliardi di euro che lo Stato, ogni anno, destina alla Calabria per il sistema sanitario calabrese. Nel frattempo, si sono susseguiti direttori generali e commissari ma nessuno ha avuto il coraggio di assumersi le responsabilità e di approvare il Bilancio consuntivo 2018, ancora oggi non approvato».

 

Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione.

Le fatture non contabilizzate

«Alcuni ben informati – continua – sostengono che all’interno dell’Asp si sarebbero registrati dai 50 ai 60 milioni di euro di fatture non contabilizzate e debiti fuori bilancio. Sarebbe la certificazione di un debito enorme da parte dell’Asp di Cosenza che inciderebbe pesantemente sull’equilibrio dei conti dell’intero sistema sanitario calabrese. «Si tratterebbe – aggiunge Guccione – di un nuovo deficit finanziario che aggreverebbe ancora di più il già pesante debito della sanità calabrese che ci ha portati ad essere sanzionati con il blocco del turnover e all'applicazione delle maggiorazioni dell’aliquota Irap e dell’addizionale Irpef per tutti i calabresi. Ma non è solo il Bilancio consuntivo 2018 a non essere stato approvato, visto che non risulta adottato né il bilancio consuntivo 2019, né il bilancio preventivo 2020 che è stato oggetto di importanti prescrizioni».

«Inerzia di Regione e commissario»

«Vista l’inerzia della Regione Calabria e dell’ufficio del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro – dice ancora –, il ministro Speranza farebbe bene ad aprire una commissione di inchiesta per fare luce sulla situazione finanziaria della più grande Asp della regione. Non è tollerabile che, di fronte a dati oggettivi, in questi anni non sia intervenuto nessuno per porre fine a questa situazione che rischia di far pagare un caro prezzo ai cittadini, non solo dal punto di vista finanziario ma anche per la qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie. Non dimentichiamo che due Asp – Reggio Calabria e Catanzaro – sono già state commissariate per mafia. Nell’Asp di Cosenza i conti non tornano e la preoccupazione maggiore è quella che tale situazione allungherebbe di molto ancora il commissariamento della sanità calabrese».

«Fare chiarezza»

«Il ministro della salute assuma, dunque – conclude Guccione –, tutte le opportune iniziative atte a fare chiarezza e a ripristinare correttezza e legalità nei conti finanziari dell’Asp di Cosenza visto che chi è deputato ai controlli fa finta di non sapere o è complice di tale situazione. Soldi sottratti alla salute dei cittadini usati per pagare milioni di euro di interessi di mora, spese legali, pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura».