Quello tra Antonio e Mariella è un amore speciale, è un legame forte tra due fratelli di Catanzaro che condividono gioie e dolori della vita quotidiana. Antonio ha 35 anni, un sorriso che scalda il cuore e un affetto particolare per quella sorella di 14 anni più grande di lui nata con una grave forma di disabilità intellettiva. È l’ultimo di quattro figli ed è lui che insieme al papà Tommaso e alla zia, dopo la morte della mamma, si prende cura di una sorella che in ogni suo gesto regala amore. «Condividiamo giornalmente tutto – racconta Antonio -. È come se fosse una bambina e come tale anche lei combina le sua marachelle. Ma tutto le viene perdonato. Quando rientro dal lavoro mi viene incontro, mi abbraccia, ride. Tutto l’affetto che ha me lo dimostra così. Mariella non può stare sola quindi quando io sono a lavoro c’è mio padre e in più possiamo contare sempre sull’aiuto di mia zia e degli altri parenti».

«Non vergognatevi della disabilità»

Mariella è una ragazza solare, affettuosa e sorridente. Ben voluta da tutti, anche dai suoi amici del centro diurno Ra. Gi, dove ha trovato un ambiente per lei accogliente e stimolante. «Dopo la morte di mia mamma si era un po’ chiusa e per un bel periodo non è uscita di casa – ricorda Antonio Trapasso -. Poi, grazie al centro Ra. Gi. di Elena Sodano ha ricominciato ad uscire e adesso ha un approccio diverso anche con le persone». Antonio parla della disabilità di sua sorella con grande maturità e senza alcun tipo di vergogna: «Il messaggio che voglio mandare è di non vergognarsi assolutamente perché chi ha qualunque forma di disabilità è una persona come tutti gli altri. Anzi, sono persone che hanno molto da dare e nella loro disabilità sono persone speciali».