«Anno nuovo, problemi molto vecchi su cui è ora che una forza politica sensibile insista, e noi ci auguriamo che Occhiuto lo faccia». Si chiude con i soliti problemi l'anno che sta per finire anche per i pazienti dializzati e malati di reni calabresi. L'associazione che li rappresenta, l'Aned, insieme al suo delegato nazionale Pasquale Scarmozzino, al termine del 2021 tira le somme evidenziando una serie di criticità, tra tutte la mancata attivazione dei due processatori nei poli trapianto di Cosenza e Reggio Calabria, strumenti indispensabili per rilevare lo stato dell'organo espiantato e poter procedere con il trapianto. «Dovrebbero impiegare pochissime ore, due per essere precisi, contro le attuali otto quando va bene. E questo danneggia la qualità dell'organo – spiega Scarmozzino -. Ma soprattutto ci vuole una maggiore organizzazione tra i due centri trapianto, diversa da quella attuale. Tutti e due insieme non raggiungono il numero sufficiente minimo previsto dalle direttive: sarebbero 30 trapianti l'anno per ogni centro».

L'appello a Occhiuto

C'è poi la carenza di procurement organi e la necessità di adeguare strutture sanitarie che per Aned sono fatiscenti e logisticamente non ben organizzate. Dunque dopo più di una richiesta di incontro, l'associazione lancia un appello a Roberto Occhiuto: «Noi facciamo un appello, l'ennesimo, all'attuale commissario ad acta nonché presidente della Regione. Gli chiediamo di incontrarci – conclude - perchè purtroppo non c'è solo il Covid ma ci sono tanti altri problemi che noi siamo in grado di segnalare per il bene della Calabria, delle casse della Regione e 'per il bene dei pazienti che diversamente prendono la strada dell'emigrazione. Capisco le difficoltà che incontra chiunque arriva a gestire un sistema disastrato come il nostro ma noi non vorremmo che passasse in subordine il problema dei malati di reni perchè il  numero e i costi che questo comparto impone, è tale per cui bisogna prestare la massima attenzione».