L’ospedale di Locri ancora sotto i riflettori. Stavolta, però, non si tratta dell’ennesimo caso di malasanità, di Iene o ascensori guasti. Stavolta si tratta di una paziente affetta da una grave patologia e della sua vita salvata dai medici di quel nosocomio da tempo sotto accusa.


Carla Galluzzo è stata testimone di buona sanità, quella che avviene quotidianamente nei presidi della nostra regione, ma che spesso passa inosservata, inghiottita da casi da prima pagina e deficit di bilancio.
Riportiamo di seguito la lettera aperta indirizzata al nostro direttore.

 

«Gentile direttore, desidero trasmetterle la presente lettera aperta per far conoscere all’opinione pubblica della Locride la mia personale esperienza vissuta qualche tempo fa come paziente dell’ospedale di Locri. La patologia di cui da tempo sono affetta necessita di controlli accurati e di un costante monitoraggio dei valori, perché potrebbe preludere a ulteriori disturbi e a conseguenze anche importanti.


Ho ben presenti i problemi e le disfunzioni dell’ospedale di Locri, le sue difficoltà strutturali e il malfunzionamento di alcune componenti essenziali. Le faccio presente che sono stata l’ultima a prendere l’ascensore necessario a condurmi dal reparto in cui ero ricoverata a quello di Rianimazione, prima del famigerato guasto che tanto scalpore e allarme ha destato nell’opinione pubblica, e di questo ringrazio il buon Dio. Ma non solo lui. Mentre la mia situazione, col passare delle ore, destava sempre maggiore preoccupazione ai miei cari, ho potuto apprezzare la grande professionalità e capacità mostrata da tutto il personale medico che si è interessato al mio caso, che in maniera coordinata e sinergica, ha svolto un grande lavoro di squadra che mi ha permesso, dopo qualche tempo, di essere dimessa in buona salute.
Ebbene sì, all’ospedale di Locri i casi urgenti si sanno risolvere efficacemente e i pazienti possono essere guariti. E nonostante tutti i medici mi abbiano ripetuto che, in fondo, hanno fatto solo il loro dovere, sento il dovere di ringraziare pubblicamente chi si è adoperato per far sì che io potessi passare, nel giro di qualche giorno, da una situazione oggettivamente critica al mio buono stato di salute attuale.


Per questo, utilizzo l’organo d’informazione da lei diretto per ringraziare tutti quelli che in quei giorni si sono adoperati al massimo per farmi guarire, in particolare i dottori Suraci, Ceratti e Congiusta del reparto di Medicina, il dottor Adamo della Rianimazione, i dottori Orlando e Morano del reparto di Emodialisi e il personale del reparto di Cardiologia.
Li ringrazio per l’umanità e la professionalità dimostrate, per la prontezza nell’intervenire e per la sicurezza che hanno saputo infondere a me e ai miei cari, interessandosi pure all’avvio della fase di controllo ambulatoriale che ha fatto seguito alla mia degenza ospedaliera.


Per il resto, lo ripeto: le difficoltà ci sono, così come i deficit strutturali e le carenze numeriche di personale, però desidero che tutti possano conoscere la mia esperienza positiva affinché si possano affrontare, grazie al prezioso lavoro dei medici del nostro ospedale, altri casi come il mio.


La ringrazio dell’attenzione e dell’ospitalità concessami.


Locri, 3 marzo 2019


Lettera Firmata»