VIDEO | La professoressa Yvelise Ferro, ricercatrice in Scienze tecniche dietetiche applicate del dipartimento Scienze mediche e chirurgiche, spiega in che direzione si sta muovendo l'attività dell'ateneo: ne parliamo nella rubrica tg Salute
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Yvelise Ferro, ricercatrice in Scienze Tecniche Dietetiche Applicate, che svolge attività di ricerca presso l’Unità Operativa Complessa di Nutrizione Clinica e presso il Laboratorio di Nutrigenomica, Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell'Università Magna Graecia, diretto dal professore Arturo Pujia, nel corso della consueta rubrica Tg Salute, in onda ogni martedì in coda al telegiornale, curata da Rossella Galati, ha spiegato cosa sono gli alimenti funzionali e i nutraceutici.
Strategie nutrizionali
«Si definiscono alimenti funzionali, degli alimenti che oltre alle loro proprietà nutritive, hanno anche un effetto benefico su una o più funzioni nell’organismo, in modo da migliore lo stato di salute e/o ridurre il rischio di malattie correlate alla scorretta alimentazione. I nutraceutici – evidenzia la specialista - sono prodotti alimentari, commercializzati sotto forma di pillole o polveri, che contengono spesso in forma concentrata nutrienti, estratti da fonti naturali come piante, animali, minerali e microrganismi. Dunque, gli alimenti funzionali e i nutraceutici possono essere delle valide strategie nutrizionali per mantenere uno stile di vita sano, favorire un invecchiamento in salute, e quindi prevenire le malattie. Tuttavia, per essere considerati validi devono avere effetti benefici sull’organismo scientificamente dimostrati, ma la maggior parte degli alimenti funzionali e dei nutraceutici in commercio non sono dotati di solide prove scientifiche di sicurezza ed efficacia».
Effetti su patologie metaboliche
In questo contesto, le chiediamo, qual è il vostro approccio di ricerca sugli alimenti funzionali e nutraceutici? «All’inizio effettuiamo una attenta analisi bibliografica per identificare le molecole bioattive presenti in matrici vegetali e non, compresi i sottoprodotti alimentari, che possono avere dei potenziali effetti benefici su patologie metaboliche e cronico-degenerative. Successivamente – spiega -, in stretta collaborazione con aziende agroalimentari calabresi, sviluppiamo dei prototipi di alimenti funzionali, che non sono altro che alimenti oppure estratti di essi. In laboratorio, caratterizziamo i prototipi per accertare la presenza delle molecole funzionali che possono degradarsi durante i processi industriali di produzione e cottura. Successivamente, su modelli cellulari di patologie testiamo la sicurezza e l'efficacia in vitro. Ed infine attraverso studi clinici valutiamo la fattibilità dell'intervento nutrizionale, la sicurezza e i reali benefici».
Attività di ricerca
Dunque, quali alimenti e nutraceutici avete sviluppato e testato nella vostra attività di ricerca al Policlinico universitario catanzarese? «In questi anni di ricerca, il gruppo di ricerca del professore Pujia e della professoressa Montalcini, di cui faccio parte – risponde -, ha sviluppato e testato in vitro e sull’uomo più di 15 alimenti funzionali e nutraceutici. Abbiamo testato due nutraceutici contenenti i polifenoli del bergamotto sulla steatosi epatica non alcolica; vari prodotti da forno contenenti amminoacidi ramificati, glutaminna, arginina e così via, un gelato con siero proteine del latte, un latte vaccino ricco di polifenoli degli agrumi e una pasta con canapa sativa per migliorare la salute del muscolo e dell’osso. Abbiamo poi testato e brevettato una passata di pomodoro naturalmente ricca di licopene ottenuta attraverso una tecnica agronomica ecosostenibile che ha un duplice effetto: inibisce l’osteoporosi e riduce la la colesterolemia. Sono attualmente in corso sperimentazioni con varie tipologie di paste funzionali e altri alimenti funzionali – conclude la ricercatrice Yvelise Ferro -, per migliorare il profilo lipidico e la salute dell’apparato muscolo-scheletrico e gastrontestinale»