Sedici i partecipanti tra giocatori con disabilità e normodotati. L’idea pensata dai volontari del Servizio Civile è nata per promuovere l’inclusione
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La sezione Aism di Vibo Valentia, associazione italiana sclerosi multipla, ha ospitato la prima edizione del Torneo Inclusivo di Tennistavolo che ha visto sfidarsi 16 giocatori con disabilità e normodotati. Un’esperienza di grande valore relazionale e sociale, aperta a tutti e svoltasi da seduti, in carrozzina. Un’occasione di empatia dove tutti con entusiasmo si sono sentiti parte di un grande progetto inclusivo. L'evento si è pregiato della presenza di diversi spettatori giunti per assistere alla gara. Non è mancata la partecipazione di figure istituzionali che sono intervenute con vicinanza e solidarietà all’associazione.
Dopo i saluti istituzionali del presidente provinciale e coordinatore regionale Aism Salvatore Lico, hanno preso la parola il sindaco di Ionadi Antonio Arena, la delegata del Comitato Italiano Paralimpico per la provincia di Vibo Valentia Elisabetta Carioti, il presidente dell’associazione Tennistavolo di Piscopio e tecnico di secondo livello della Federazione italiana Tennistavolo Antonio Carnovale. Di particolare rilevanza la partecipazione di Alessandro Arcigli, tecnico della Nazionale Paralimpica di Tennistavolo intervenuto in videochiamata.
Promuovere l'inclusione sociale
L’idea pensata dai volontari del Servizio Civile Universale e messa in atto dal consiglio direttivo del CDP e dagli OLP aveva come obiettivo quello di creare, attraverso l’attività sportiva, il clima ideale per promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità e superare i pregiudizi annessi. Il successo dell’evento è stato tale da pensare di organizzare per il futuro altre giornate dedicate allo sport inclusivo, proponendo ulteriori attività oltre il ping-pong, quali tiro con l’arco, calcio balilla, beach bocce e sitting volley. Il primo posto è stato conquistato da Riccardo Rubino, ma solo se vogliamo considerare l’esito della gara; la vittoria appartiene a tutti i partecipanti per aver saputo creare opportunità e coinvolgimento, non ponendo limiti alla disabilità che diventa occasione di crescita per tutti.