VIDEO | Uno strumento all’avanguardia che consente il monitoraggio dell'attività cardiaca per quattro anni e mezzo. Il primario di Cardiologia del Giovanni Paolo II: «Siamo tra i primi in Italia, un esempio della Calabria che resiste»
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Un ospedale sempre in affanno tra mancanza di personale e reparti chiusi, ma in cui le eccellenze non mancano. Accade così che a Lamezia Terme nel reparto di Cardiologia del Giovanni Paolo II, guidato da Roberto Ceravolo, sia stato impiantato uno dei primi loop recorder linq II in un paziente con sincope.
Si tratta di un’evoluzione del precedente loop recorder che permette un monitoraggio più articolato e attento e che garantisce una registrazione degli eventi aritmici di ogni tipo per almeno quattro anni e mezzo. «Siamo tra i primi in Italia, un esempio della Calabria che resiste – commenta Ceravolo - si tratta di upgrade basato su una tecnologia diversa rispetto al precedente dispositivo. Il nuovo strumento sfrutta tutta la lunghezza del device e permette di registrare il cinquanta per cento in più».
Ma non si tratta solo di quantità di registrazione. Il primario ci spiega che il dispositivo permette di quantificare e registrare le aritmie ipercinetiche: «Non solo una valutazione dell’evento ma anche una valutazione clinica continua», dice soddisfatto Ceravolo che attende di potere testare anche l’aggiornamento futuro. Tra un anno, infatti, ci dovrebbe essere un’ulteriore evoluzione che permetterà di misurare i liquidi.
A controllare tutto il sistema è un ipad collegato in wi fii con il dispositivo. In questo modo tutti i dati registrati arrivano ad un pc. «Abbiamo voglia di lavorare, non ci interessa sapere chi sarà il nuovo commissario alla sanità - dice Ceravolo - , a noi interessa operare in qualità e garantire assistenza. Questo anche grazie alla nostra azienda che ci dà la possibilità di aggiornare la tecnologia e i device che possiamo impiantare ma fondamentale è lo spirito di team».