Esaminate le fasi di gestione clinica del malato nel corso delle “Giornate mediche dello Jonio” giunte alla terza edizione
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Terza edizione delle “Giornate mediche dello jonio”, destinata ai professionisti della sanità. Due giornate di relazioni e confronti sulle patologie di medicina interna e sulla necessità di saper gestire pazienti complessi e pluri-patologici che rappresentano una vera e propria sfida, anche in relazione al necessario approccio multidisciplinare alla patologia e al paziente. Al centro della due giorni, temi di stretta pertinenza medico-clinica connesse al management, alla gestione infermieristica e ai profili di responsabilità professionale sanitaria. Tanti i temi trattati. Riscontrata la massima partecipazione di pubblico e, dalle prossime edizioni, sarà programmato un aumento dei posti. Ampio spazio è stato riservato all’uditorio che si è relazionato con i relatori per approfondimenti e osservazioni. Sette le sessioni, tra queste una dedicata alla gestione infermieristica.
Il responsabile scientifico dell’intera organizzazione il dottor Luigi Muraca, ha sottolineato l’importanza degli eventi di formazione: «L’obiettivo è fornire delle risposte alle problematiche poste dai pazienti, quelli che presentano le maggiori complessità. Uno dei punti sollevati è il ruolo della Medicina interna che rispetto alle altre specialità non ha confini ben delimitati, non è un caso l’aver concepito le due giornate includendo una serie di tematiche specifiche».
Il direttore sanitario dello spoke di Corigliano Rossano Pierluigi Carino si è detto soddisfatto dell’evento: «Sono momenti importanti di incontro e di confronto su specialistiche che richiedono pragmatismo nelle fasi di gestione del paziente». Di significativo interesse è la possibilità di organizzare i corsi di formazione in “loco” sottolinea il presidente dell’Opi (Ordine professioni infermieristiche di Cosenza) Fausto Sposato:«Uno degli aspetti importanti è fare formazione sul campo, negli ambienti di lavoro e potersi confrontare tra le varie realtà calabresi. È indubbio che vi sia un sistema sanitario che annaspa in Calabria, ma è altrettanto vero che ci sono delle realtà che funzionano da prendere a modello».