Occorre un’inversione di rotta immediata: bene riportare ai calabresi la gestione della sanità ma attenzione alla riproposizione dell’ingerenza della politica negli ospedali. È il forte segnale che la Cgil lancia dall’incontro tenuto a Corigliano Rossano alla presenza dei vertici sindacali, di rappresentanze del mondo universitario e dell’Asp di Cosenza. A coordinare i lavori Giuseppe Guido, segretario generale della Cgil Pollino-Sibaritide-Pollino. Presenti: Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano; Flavio Vincenzo Ponte, giuslavorista (Unical); Raffaele Cirone, direttore sanitario dello spoke di Castrovillari; Francesco Masotti, segretario generale regionale Medici Calabria; Giancarlo Go, dipartimento sanità della funzione pubblica Cgil nazionale. A introdurre le attività con una nutrita relazione Vincenzo Casciaro, segretario generale della funzione pubblica Pollino-Sibaritide-Tirreno che ha voluto fortemente l’incontro.

La sanità commissariata

Il sindacalista ha parlato di necessaria discontinuità rispetto al passato, basta alle politiche di commissariamento che hanno determinato un aumento vertiginoso della mobilità passiva (il 20% dei calabresi si cura fuori regione) con grave danno all’erario delle casse calabresi, lavoratori stremati, divisioni sanitarie al collasso. E, soprattutto, la presenza di un deficit strutturale dinamico che è destinato, quindi, ad aumentare. La Cgil propone il «superamento del commissariamento e un ritorno alle vie ordinarie nella gestione del servizio sanitario purché non si trasformi nella solita ingerenza della politica». 

Per nulla d’accordo è il sindacato rispetto al metodo adottato dai vertici dell’Asp di Cosenza circa il percorso individuato per l’approvazione dell’Atto aziendale. «Che deve essere inclusivo delle parti», sottolinea Casciaro, e deve vedere coinvolti organizzazioni sindacali e la conferenza dei sindaci in prima battuta. Anche se, ammette Casciaro, «il percorso è stato condizionato dal tira e molla sui tempi di commissariamento». Tagli alla spesa e continue riduzioni alla sanità non hanno portato a grandi risultati, si sottolinea nel corso della serata e, tra gli strumenti da tenere sotto osservazione, il piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede per la Calabria 300 milioni di euro una cui parte può ritenersi utile ad avviare una seria programmazione di rilancio. Lo ribadisce Giancarlo Go, dirigente nazionale della Cgil, che spinge su una sanità «universalistica» con una marcata presenza del pubblico.  

Contestati i contenuti dell’Atto aziendale dell'Asp di Cosenza

Tanti i quesiti posti a cui si è tentato di fornire delle risposte e tra questi l’ipotesi di aprire un procedimento legale contro lo Stato per avere consentito per oltre un decennio il commissariamento della regione penalizzando i lavoratori della sanità e i cittadini. Al sindaco di Corigliano Rossano Stasi -presidente della conferenza dei sindaci - si è chiesto di dare vita a una programmazione su basi provinciali della sanità evitando la politica “spezzatino” dettata da ogni singolo sindaco. Ma la vera discussione ruota attorno all’Atto aziendale verso cui il commissario La Regina manifesta aperture ribadendo che la verifica è prevista per il 26 ottobre prossimo. Le linee guida sono state redatte nel febbraio scorso e l’atto è stato presentato in aprile in tempi ristretti, in quanto l’ufficio del commissario avrebbe rischiato la decadenza. Ma il conflitto è sui contenuti che non tengono conto delle intervenute novità determinate dal Covid nei presidi ospedalieri e nelle aziende. Secondo quanto emerge si lavorerà a una integrazione delle linee guida e delle aziende, per poi passare all’approvazione.

Il sindaco Stasi ritiene di dover ridiscutere l’Atto aziendale e stabilire anche la destinazione degli stabilimenti ospedalieri all’interno degli spoke. L’amministratore sottolinea, a proposito del commissariamento, come non sia sufficiente attribuire le competenze al presidente della giunta regionale della Calabria ma occorre dare stabilità al sistema sanitario poiché non è possibile moltiplicare le nomine all’interno delle Asp in alcune delle quali in 18 mesi si sono registrati diversi avvicendamenti ai vertici. Tutto questo determina paralisi e discontinuità.