Settecentosessanta giorni di attesa. Due anni e un mese per usufruire di una prestazione sanitaria nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Serra San Bruno, nel Vibonese. Dal 6 aprile 2018 al 4 maggio 2020. Non uno scherzo purtroppo. E neppure un errore dei sistemi. In Calabria accade anche questo. Succede giornalmente dal Pollino allo Stretto in una terra che le ultime statistiche hanno inchiodato all’ultimo posto per efficienza sanitaria. I calabresi sono abituati, quindi, ad aspettare. A rivolgersi ad istituti privati. Ad emigrare in altre regioni o cosa ancora più grave a non curarsi. Ma il protagonista di questa vicenda, un anziano di 83 anni, mai avrebbe potuto immaginare un’attesa così lunga per un “ecocolordopplergrafia cardiologica”. Un esame  di controllo necessario per una persona a rischio come lui con altre patologie in corso, tali da risultare esente al 100% dal ticket regionale.

 

Una situazione incredibile che ha lasciato di sasso la famiglia dell’anziano delusa e arrabbiata per quanto accaduto al proprio congiunto: «È inaccettabile che ancora oggi accadano queste cose - spiega Giuseppe De Raffele, figlio dell’ottantatrenne -  noi provvederemo a rivolgerci ad un centro privato pagando il corrispettivo dovuto  perché nelle condizioni di mio padre non possiamo attendere così tanto tempo. Mi chiedo però – continua – come fanno tanti altri che non hanno la famiglia vicina, o la possibilità di sostenere il costo di un esame privato o di un viaggio in un’altra regione?».

 

Un interrogativo che altri in questi anni hanno posto ai vertici delle Asp calabresi e a quella politica che poco evidentemente ha fatto per dare una sterzata all’intero comparto sanitario che nella nostra regione e, considerati i tempi, in maniera particolare in provincia di Vibo Valentia, appare drammaticamente provato dalla carenza di uomini e mezzi.

 

«Auspico vivamente – chiosa Giuseppe De Raffele - che il sindaco, massima autorità sanitaria sul territorio ed ex componente della struttura speciale del presidente della Commissione regionale Sanità Michele Mirabello, prenda una ferma posizione in questo senso».