La natura incontaminata, il rumore assordante dell'acqua, una biblioteca, il fiume. Viaggio in un luogo sospeso nel tempo
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Controllo la sveglia memorizzata sul cellulare: ore 06:30.
Stacco la connessione dai social dopo un ultimo e inutile sguardo e mi metto a letto.
Non chiudo gli occhi e attendo che si abituano al buio. Intravedo una leggera luce, che attraversa le persiane leggermente aperte e inizio a scorgere il perimetro dello specchio innanzi al letto.
Forse mi addormento.
Un rumore d’acqua assordante, un fiume che scorre verso il mare velocemente, una fine sabbia bianca ai margini, mentre rami e arbusti resistono al vento.
Impronte testimoniano il passaggio e pietre bianche limitano l’impetuoso scorrere della fiumara.
Un cane col pelo bianco e le chiazze di color marrone chiaro si bagna le zampe e poi malinconico si siede ai bordi di una strada in terra battuta.
Alle sue spalle gli alberi vanno verso il cielo prive delle foglie che ancora devono arrivare.
Vicino al cane dei fiorellini gialli interrompono il dominio del verde.
Salgo attraverso una scalinata in pietra e le piante coprono la base dell’Eremo di Sant’Ilarione: un luogo sospeso nella frazione di San Nicola del comune di Caulonia in provincia di Reggio Calabria.
Un albero d’ulivo nasconde parzialmente la facciata di una chiesa stanca: ancora in piedi a resistere.
Una corda rimane attaccata ad un campanile, che sovrasta la piccola chiesetta e diventa base e lancio verso il cielo di una croce essenziale.
Alla fine della scalinata attaccata ad una trave di legno che spacca il muro c’è una piccola campana e poi un arco di pietra che sostiene una porta già aperta.
Mi soffermo a contemplare un’icona appesa al muro circondata da chiavi e attrezzi da lavoro, mentre ai piedi una panca vuota rimane in attesa di corpi stanchi.
Raggiungo lentamente una biblioteca dal silenzio orante facendomi guidare da un fascio di luce bianco e dal profumo dei libri.
Non c’è nessuno, il tetto con le travi in legno rimane abbracciato ad una libreria, che stringe i libri in processione.
Prendo qualche libro in mano, ma come un ladro lo ripongo subito.
La presenza di una finestra mi porta ad avvicinarmi e volgere lo sguardo verso il fiume Allaro: potrebbe essere l’antico fiume Sagra, famoso per la battaglia tra Crotone e Locri del sesto secolo a.C. per contendersi la supremazia sulla Magna Grecia.
Il fiume è il compagno fedele di un eremita francese, custode di un luogo accogliente e silenzioso, che ti avvicina al cielo.
È vivo il ricordo di Sant’Ilarione e della sua vita eremitica.
In un posto lontano dal mondo ma vicino alle sue fragilità e paure quotidiane, mi invade la voce potente del fiume che copre il rumore dei miei passi: ma non mi rende cieco.
Ho voglia di nuove visioni.