Nelle elezioni precedenti la formazione favorita era stata sottodimensionata di quasi 10 punti. Un’ipotesi del genere, cambierebbe tutto il quadro politico. Le simulazioni del Cattaneo ritengono improbabile inoltre che la destra conquisti i due terzi dei parlamentari (ASCOLTA L'AUDIO)
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Secondo l’ultima rilevazione Swg, il totale della coalizione di centrosinistra, ad oggi, è da valutare al di sotto del 30%. Mentre IV-Azione al 6%. Il centrodestra, invece, si attesterebbe intorno al 45-46%. Secondo questo sondaggio, dunque, la coalizione messa in campo da Letta in salsa rosso verde, potrebbe essere travolta da uno tsunami blu. E, forse, non sarà un caso che, la comunicazione del Pd, da qualche giorno, abbia concentrato la sua attenzione sulla competizione per la posizione di primo partito, considerato il testa a testa dei sondaggi con FdI, piuttosto che per la vittoria della coalizione. Una impostazione, quella del Pd, che sa più di premio di consolazione di una battaglia considerata già persa.
Ma potrebbe essere anche la “Linea Maginot” dentro la quale ritirarsi per mantenere la segreteria nel caso si confermi la catastrofe annunciata dei sondaggi. Il consenso dei partiti, secondo l’ultimo sondaggio Swg, conferma il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico, rispettivamente valutati al 23.8 e al 23.3. Lega al 12,5% e Forza Italia al 8. Europa Verde e Sinistra italiana si fermano al 3,7. Secondo Swg, oggi è impossibile determinare il peso di +Europa visto che si è separata da Azione solo da qualche ora.
Centrodestra vince ma non conquista i due terzi dei parlamentari
Il dubbio sull’ attendibilità dei sondaggi, tuttavia, rimane. Nelle elezioni del 2013 e 2018, la formazione data favorita, il M5S, in tutti i sondaggi è risultata sottodimensionata. Nel 2013 Grillo veniva dato al 14 e poi si attestò quasi al 26. Nel 2018 i sondaggi davano al movimento circa il 25 e poi si accreditò intorno al 34. In entrambi i casi la previsione si discostò di quasi 10 punti. Se questo errore di rilevazione, dovesse confermarsi anche in questa competizione, significherebbe che, il partito della Meloni, potrebbe essere sottostimato. Una ipotesi del genere, cambierebbe tutto il quadro.
A partire dal Pd, la cui linea di ripiego della conquista della posizione di primo partito, sarebbe travolta e, con essa, lo stesso segretario già abbastanza malmesso per la gestione della “pratica Calenda”. Risulterebbe rivoluzionato anche il quadro del centrodestra, gli eventuali dieci punti in più alla Meloni, infatti, sarebbero in danno degli alleati di FI e Lega, con il relativo cambio degli equilibri di coalizione. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Restiamo ai fatti e alle previsioni che ci consegnano le varie rilevazioni. La preoccupazione più grande, a sinistra, è che il centrodestra, possa conquistare i due terzi dei parlamentari che gli consentirebbe di mettere mano alla riforma della Costituzione senza passare dal referendum confermativo.
Uno scenario del genere, secondo le stime del Cattaneo, per esempio, sembra abbastanza improbabile. Secondo le simulazioni dell’istituto, infatti, la ripartizione dei seggi sarebbe la seguente: alla Camera 245 deputati al centrodestra, 107 al centrosinistra, 27 al M5S, 16 ad Iv+Azione, 3 al SvP e gli ultimi 2 ad altri partiti. La soglia dei due terzi è 268. Al Senato si avrebbe questa situazione: 127 seggi al Centrodestra, 51 al centrosinistra, 12 al M5S, 7 ad Iv+Azione, 2 a Svp e 1 ad Altri. La soglia dei due terzi è a 134. Una situazione diversa, presupporrebbe che, alcuni collegi considerati sicuri per il centrosinistra possano saltare. Quali i collegi che potrebbero cambiare il quadro? In sostanza, il Pd e gli alleati dovrebbero perdere nei collegi di Prato, Grosseto, nel primo municipio di Genova, ma anche in tutti e tre i collegi del centro di Milano, a Napoli-Fuorigrotta e Napoli-San Carlo, nel I e III Municipio di Roma, a Imola, Ravenna, Carpi, Reggio Emilia, Modena, conservando solo 3 collegi Firenze, Bologna, Scandicci. Posizione fantapolitica oltre che, nel caso si verificasse, apocalittica per il centrosinistra.
La sfiducia verso la politica degli italiani
I sondaggi tuttavia, confermano, la grave sfiducia degli italiani verso la politica. La percentuale degli indecisi è ancora è molto alta. Lo studio «Radar» di Swg, ci consegna un quadro sconsolante. Secondo la rilevazione, infatti, il 36% degli elettori ritiene che in caso di vittoria, il centrosinistra non sarebbe in grado di governare. Il 45% è convinto che la coalizione di centrodestra riuscirà a dar vita a un esecutivo, ma che non durerà a lungo. Disincanto dunque, sia verso destra che verso sinistra.
28 italiani su 100 sono convinti che «votare non serva a nulla», il 13% si dichiarano «disgustati dalla politica» e il 16% di non voler votare «per protesta». Insomma 2 italiani su tre, sono completamente sfiduciati e, il ceto politico, invece di trovare il modo di aggredire questa sfiducia, trasforma la campagna elettorale estiva nel solito teatrino. Tra le giravolte di Calenda, le dentiere gratis di Berlusconi, i blocchi navali per gli immigrati della Meloni, le sceneggiate di Lampedusa di Salvini e l’alleanza senza senso tra il Pd e l’estremismo rosso verde di Fratoianni e Bonelli, ce n’è per tutti i palati per continuare ad aumentare la distanza tra la maggioranza degli elettori e il ceto politico. Un grave rischio per la democrazia si profila all’orizzonte.
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