Ne ha fatta di strada Perfidia, la mia capricciosa creatura televisiva, dal suo esordio ad oggi. Ha cambiato spesso abito, parole e stilemi. Non ha mai mimato se stessa, sottraendosi così al giogo di qualsivoglia stereotipo. Si è lasciata contaminare dall’alchimia della musica e del teatro. È sempre stata risolutamente anarchica. Profonda e lieve, insonne e pigra. Selvaggia e ritmica. Malinconica e beffarda, antipatica e popolare al tempo stesso. Rigorosa come la matematica ipnotica che governa lo spartito degli AC/DC, suoi compagni di viaggio mediatico. E, tuttavia, Perfidia, disobbediente per statuto, sfugge al canovaccio che vorrei cucirle addosso: si ribella alla prigionia della sceneggiatura.

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È scientificamente inattesa. Per questo l’amo e le resisto, al riparo dalla sua insolente innocenza. Sotto le mentite spoglie del talk politico, tornerà in scena, venerdì 1 novembre alle 21,00, su LaC Tv, per mettere a nudo vizi e tic del Bel Paese. Il titolo di questa ennesima “malefatta” di Perfidia, che aprirà l’edizione 2024-2025 è “Santi, navigatori e puttanieri”.

La visione del programma è severamente vietata ai chierici del “politicamente moscetto”, per i quali, al limite, occorrerà invocare le garanzie costituzionali del “ parental control”.  Intanto, lo spettacolo abbia inizio! Con gli editoriali in musica di Sal Da Vinci, neomelodico della cintura vesuviana, e le incursioni di Flaubert e di Marcel Proust. Sipario.