Dalla penna blasfema di Antonella Grippo la biografia inedita di Marco Minniti, l’uomo dello spazio
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Marco Minniti nasce a Reggio Calabria da una relazione amorosa tra la FGCI( Fimmina Genuina Calabra Irsuta) e Gianni Versace. Gli amplessi, consumati nel sottoscala di una Bottega Oscura compiacente, suscitano in Gianni un'esagerata produzione di testosterone: il cosiddetto "plusvalore". Cosicché, fatalmente, Marco possa recare su di sè lo stigma di un peccato davvero originale: l'aver causato la stesura di un letale mattonazzo, Il Capitale di Karl Marx.
Il ragazzo cresce bello, tosto e ganzo. Gavino Angius, al cospetto di cotanta beltà, consiglia ai genitori di tradurre il Minnitico in località sconosciuta e di reclamare il programma di protezione speciale per "bonazzi". In realtà, si tratta di non urtare la sucettibilità di Fabio Mussi che, essendo nato da una tresca assistita tra un correntone ed una tromba d'aria, appare un po' rospetto. A dieci anni, Marco parla correntemente il latino e traduce, senza il soccorso del vocabolario, l'Opera Omnia di Seneca. Il padre, disperato, lo iscrive ad una scuola di calcetto. Di qui, l'incontro folgorante con Dino Zoff che inizierà il Minny all'arte della parata, grazie alla quale, il Nostro, nel 2006, riuscirà a deviare il micidiale calcio di punizione fischiato da un arbitro venduto che non lo vuole Ministro.
A questo punto, Marco, metà Seneca e metà Buffon, chiede la tessera del PCI, scambiandolo per il partito di Longo e di Berlinguer. Toccherà a Peppe Bova rivelargli l'atroce verità: il PCI è il partito di Massimo D'Alema. Scoppia un gran casino. L'Algido s'incazza e vola a Milano. La zia, Donatella Versace, lo ingaggia per la collezione "malinconico autunno-inverno." Nel capoluogo lombardo, Marco conosce Naomi Campbell e se ne innamora perdutamente. La pantera, come pegno d'amore, gli chiede l'abrogazione della Bossi- Fini. Poi scopre che il suo amato è di razza ariana e gli preferisce il catanzarese (si fa per dire) Flavio Briatore.
Il Nostro torna alla politica e quando il PCI si traveste da PDS, ne diventa coordinatore nazionale. Peggio: guida la trasformazione del PDS in DS, macchiandosi dell'ennesima colpa. Favorisce l'ingresso clandestino nel partito di "loschi figuri", quali Carniti, Spini e Crucianelli.
Al congresso nazionale di Firenze svolge la relazione in latino, provocando la sindrome anoressica che ucciderà Fassino.
Nel governo D'Alema è soprasegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti. Non contento, intreccia con il Vaticano un sinistro rapporto e coordina il Giubileo, suscitando l'ira di Ciriaco De Mita Medici, che avrebbe preferito ospitare l'evento a Nusco. Della serie: sfotti i fanti del Kossovo, ma molla i santi.
Nel governo Amato è soprasegretario alla Difesa, con delega all'Aeronautica. In quanto tale, ottiene il brevetto di Top Gun, che gli servirà, di lì a poco, per bombardare, in concorso con il rottamante Renzi, il bunker dei vini di Massimo di Montalcino.
C'è di più. Marco, nel 2016, trasfonderà una botta di vita al camomillifero Gentiloni. Farà il Ministro dell'Interno, certificando che, ancorché di sinistra, puoi strafottertene di fare il mollaccione con gli sbarchi sbracati.
Il finale, almeno quello che ci consegna l'attualità a noi più prossima, non può che dirsi epico. Il Minnitico muove, oggi, alla volta dell'ennesima mirabolante avventura: la guida di Med-Or, Fondazione di Leonardo. Che figata, ragazzi! Del resto, uno come lui, geopolitico e metaspaziale, può calare il due di picche persino al Nazareno (da non intendersi come Largo del). Altro che frattaglie zingarettiane! Del resto, il Padreterno smise di essere ateo nel momento stesso in cui Marco venne al mondo, da una relazione strenua tra Gianni Versace, la FGCI e ciò che residuava dello Spirito Santo.