Sua Santità Quirinalizia prega per un Mario bis. Ecco a chi ha rivolto la sua supplica
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Sua Santità Quirinalizia, avendo respinto le dimissioni del Ragionier Sublime, si è premurato di inoltrare una supplica ai seguenti gruppi mitteleuropei perché ne sostengano il bis. Eccoli, nell'ordine.
I Santo California, quelli di Nocera Inferiore, per intenderci. Da non confondersi con eventuali beati da Los Angeles. Affidabili, liberisti, cultori ferventi di Adam Smith e della mistica del mercato discografico. Il loro manifesto ideologico "Tornerai, tornerò" rassicura Wall Street, Bruxelles, l'Ocse e The Royal Banc of Scotland Plc, senza scontentare, contestualmente, i produttori di fior di latte vaccino di Battipaglia.
Sfera Ebbasta e i bastevoli. Uno con un nome così perentorio è una vera e propria garanzia. Uno stop definitivo alle fastidiosissime lamentele di sfigati cri-ceti medi, operai e precari con le pezze al culo e al cappio di bollette pompate da botulino energetico. Lui se la cava alla grande senza il reddito di cittadinanza. Lo va dicendo in giro: «La mia tipa è in intimo Versace. Ho il cash in tasca e lo zio Tommy che mi scorta».
Mahmood e Blanco. «Lo vedi, sono qui su una bici di diamanti». Tradotto: «Ci avevi creduto? Accontentati del bonus monopattino e non scassare i maroni». Brividi da trip impiegatizio per fessacchiotti italici dal reddito etereo.
Jova Beach e l'Orchestra Casadei. Come dire «che più chiaro di così non c'era, i love you baby». Il gruppo, oltremodo interclassista, consola quanti fanno il bagno a Cesenatico al grido di battaglia «l'ombelico del nonno»(cit.), stante il bassissimo fondale del mare di Romagna. Anche per oggi non si annega. Ottimisti, divertenti e di sinistra. Vivi. L'esatto contrario della «via cipressica al socialismo» di Roberto Speranza.
Tananai con le Kessler. Lui è l'antiConte per antonomasia. Una sorta di ventriloquo di Draghi : «Quell'altro/a non mi è mi è mai piaciuto». L'ideale per riscrivere la genesi di un'antipatia senza rimedio e per non sollecitare soverchie illusioni in Giuseppi, laddove dovesse risalire a bordo, dopo il sesso occasionale con il movimento. Il due di picche del banchiere triste è un rischio altissimo. Nonostante le Kessler e il dadaumpa da grosse koalition.
I Collage. Creature a multipezze di lana, acrilico, cartongesso e mistolino. Non di particolari simpatie giolittiane. Pro e contro. Indifferentemente. Pro e contro Nicola Di Bari. Perfetti, insomma, per fare ammuina nelle larghe intese. Se non fosse che con «due ragazzi nel sole», proprio lì, dentro la palla di fuoco, sei bruciato ancor prima di aderire.
Di Martino e Colapesce. Il duo, leggero e leggerissimo, potrebbe disinnescare rivendicazioni e malcontenti di ristoratori, precari, parrucchieri, ferrotranvieri, portinai, venditori ambulanti e pizzicagnoli al ritmo assertivo di «metti un po' di musica perché ho voglia di niente». Del resto, lo dicono anche i figli alcolizzati, i preti progressisti e dentro i supermercati.
Renato e i profeti. «L'ho guardata, ma c'era del buio: mi sembrava più bella che mai». E che minchia hai visto se era scuro? Faraone di Italia Viva? Ad ogni modo, il tastierista- automunito, militesente e destinatario di assegno Inps- non funziona per eccesso di curriculum.
Gli Alunni del sole. Partenopei con il jobs act in scadenza da un trentennio, che, però, non piacciono a Letta, in quanto renziani che non garantiscono tutele crescenti al culto mariano, nel senso di Draghi.
Non si esclude, infine, il ricorso ai Dirotta su Cuba. Peccato siano spariti per evidenti, improvvisi cambi di traiettoria. Restano pur sempre, Scialpi e Mimmo Locasciulli. Di pop moscio e di governo.