Ci siamo distratte un attimo e agosto ha scassinato la nostra fortezza. In uno stato di semi incoscienza per la prima volta vediamo chiare le cose: i ragazzi sono vivi, belli, brucianti di passione. Ma poi l’adolescenza svanisce come un bacio rubato in dissolvenza...
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L’eco della giovinezza rimbomba nei bicchieri colmi di spritz e d’estate. Inutile opporre resistenza, ormai siamo sue. Ci siam distratte un attimo e come un ladro agosto ha scassinato la nostra fortezza liberandoci di tutte le mandate apposte per blindare le emozioni. È come il sonno l’estate: viaggi vigile nei pensieri finché non ti perdi e galleggi nei sogni.
In questo stato di semi incoscienza la nebbia si dirada e per la prima volta vedi chiare le cose: i ragazzi sono vivi, belli, brucianti di passione, di giorno lavorano nei bar e la sera s’immergono in litri di colonia e s’invaghiscono delle banconiste. Che invidia! Li osservi dal tuo angolino di deserto e sera dopo sera attendi la puntata del nuovo drama che da giorni ti tiene lontana da Netflix.
Incredibile: c’è vita su Marte! E chi se la ricordava la vita? Chi se lo ricordava l’amore? Chi se lo ricordava quando ti metti in tiro perché è la volta buona e invece sarai oltraggiata e ignorata? Quelle notti in cui le delusioni scottano sulla carne viva. Che bellezza! Che bello essere ignorate, che bella la carne viva. Vorrei fermare la ragazza coi capelli bruciati dalla piastra e dirglielo che va tutto bene, che soffrire è top, che le pene d’amore sono i regali migliori che l’estate possa offrire. Che quel dolore lo rimpiangerà in eterno quando non sentirà più nulla, quando la strategia avrà cannibalizzato la freschezza, quando il bell’imbusto coi pantaloni troppo corti sarà finito a smezzarsi antipasti di salumi con una che dopo un mese avrà smesso di truccarsi mentre lei avrà incontrato la cheratina e sarà stupenda e libera. Non solo, ma risvoltino ricomparirà da un numero sconosciuto e allora a ignorarlo sarà lei.
C’è sempre una giustizia in questo film, vorrei urlarglielo alla brunetta furiosa che non smette un attimo di scrivere whatsapp all’amica esperta di tattiche e vendette: «Cara brunetta, non sai quanto sei fortunata! Dillo pure alla tua amica». Il divorzio della mia però irrompe nel mio drink e ho di nuovo 40 anni e l’adolescenza svanisce come un bacio rubato in dissolvenza.
Che palle crescere! Ma quando c’è successo? Ci siam distratte un attimo e il cameriere agguerrito ci chiama signore e l’emozione più forte della vita è l’invertebrato che ci guarda le storie senza parola proferire. La serie di carezze, lacrime e sospiri non è più nostra, siamo un film muto noi: tutti spiano e nessuno parla. Vorrei che la brunetta lo capisse e si godesse il dono prezioso d’un rifiuto invece di frignare. Mi piacerebbe abbracciarla mentre la matita le cola sulla guancia e infettarmi del suo sogno al kajal. Forse se le resto attaccata mi ammalo di desiderio pure io e la musica che senza tregua rimbomba dalle casse non sembrerà più oscena ma avrà il suono struggente d’un coro persino il reggaeton che fa schizzare in aria il mingherlino con l’apparecchio il cui corpo scarno è posseduto da un ballo di San Vito e non gli passa. Quasi quasi sembra figo pure lui stasera mentre il mondo reale annega in questa tempesta d’ormoni e Campari e la brunetta che continuo a fissare sta per chiamare in polizia.
«L’estate è una droga, se inizi non riesci più a smettere». Vorrei spiegarlo a lei e a tutti i risvoltini tronfi d’agosto che hanno osato ignorarci: non eravate speciali, eravamo noi allucinate.