Papà e figlie hanno dato vita a un'azienda fiore all'occhiello oggi della Regione: «La nostra forza? Lavorare il riso con tecniche artigianali ma con il supporto della tecnologia»
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Molti pensano che il riso appartenga alla tradizione del nord del paese. E invece non è così. Uno dei migliori d’Italia è proprio qui al Sud, in Calabria. Maria Praino, con le sorelle Giusi e Sara, parla della la tradizione di famiglia, grazie al papà che ha avuto l’intuizione giusta e la voglia di rischiare. E così che ha vinto la sfida: «Molti non sanno che nella piana di Sibari, sull’alto Ionio Cosentino, sono nate nel corso degli ultimi 15 anni, importanti imprese che in poco tempo hanno prodotto un riso di alta qualità, che oggi esportano in Italia e all’estero. Ma molti ancora non sanno che in realtà il riso è arrivato in Italia attraversando la Calabria, e prima ancora la Sicilia. Quindi una parte del riscatto del Sud può passare anche da un chicco di riso, dalle imprese che c’hanno creduto».
La Riseria Magisa è dal 2004 impegnata ad esaltare le qualità organolettiche del riso prodotto nella Piana di Sibari, mediante un sistema di lavorazione del tutto artigianale. «L’obiettivo aziendale è molto chiaro e semplice: coltivare il riso e impegnarsi quotidianamente per completare l’intero ciclo della filiera».
La coltivazione si estende lungo una superficie di oltre 600 ettari, grazie ad un particolare equilibrio pedologico locale che consente di tenere sotto controllo le risalienze saline della Piana.
Il clima della Piana di Sibari, il meraviglioso mare Ionio, il vento fresco che arriva dalle montagne, permette al riso di godere di importanti vantaggi naturali. Ed ecco che il prodotto si distingue da quello di altre zone d’Italia. Fino a diventare uno dei più buoni e ricercati d’Italia.
L’azienda leader è quella quella della famiglia Praino, la riseria Magisa. Acronimo nato dalle iniziali delle giovani sorelle Maria, Giusi e Sara. Tutto grazie a papà Giancarlo che nel 2004 insieme alla famiglia di Agostino Rizzo, ha iniziato a lavorare il riso con tecniche artigianali, a basso impatto ambientale, chiudendo l’intero ciclo della filiera.
Maria spiega perché il riso di Sibari viene definito un’eccellenza, anzi una rarità.
«Grazie al luogo di produzione che diventa “speciale”, ma poi ovviamente è molto importante tutto il sistema produttivo, come pure la scelta di lavorare quantità di grani ridotte, sempre in maniera artigianale, anche grazie ad una sbramatura poco invasiva. Abbiamo sempre rispettato la tradizione ma ovviamente con il supporto di nuove tecnologia, con macchine che lavorano a bassa velocità per evitare perdite di sostanze nutritive. Ed ecco alla fine il chicco di riso non viene snaturato, nè tantomeno modificato nelle sue caratteristiche organolettiche e nutritive».
E poi qui nella Piana di Síbari si può fare molto di più e meglio che altrove: «Qui è nato il progetto di recupero di diverse varietà dalle caratteristiche uniche, cultivar che grazie alle condizioni pedologiche e climatiche non necessitano neanche di trattamenti anticrittogamici».
La famiglia Praino è quotidianamente e attivamente impegnata nei 600 ettari di risaie. È proprio qui che vengono prodotte una quindicina di varietà, mentre è massima l’attenzione di Giancarlo Praino alle sperimentazioni e ad una attenzione assidua all’ecosistema.
L’ultimo nato di casa Magisa è il riso nero Jemma, e nasce grazie ad un rapporto personale di Giancarlo Praino con Giandomenico Polenghi, esperto di genetica agraria. Nasce così una nuova varietà con caratteristiche adatte alla piana di Sibari. A Pavia vengono fatti diversi tentativi, poi la semina di riso nero a Sibari che produce straordinario, superiore a ogni previsione.
«Il risultato della ricerca, dice Giancarlo, è un riso a pericarpo nero, semiaffusolato, con un piacevolissimo profumo di popcorn che si sparge per tutta la coltivazione. Il colore nero è dovuto alla forte presenza di antociani, potenti antiossidanti. E poi sono molte le virtù terapeutiche, ed è stata accertata anche una buona azione antinfiammatoria. Una piccola produzione di eccellenza che sta piacendo tantissimo. E di questo siamo orgogliosi».
Il nuovo obiettivo è adesso quello di continuare la sperimentazione con la coltivazione di varietà nuove, specialmente di tipo aromatico, con licenze e marchi di tutela. Il riso Jemma, una produzione esclusiva Magisa, appena nato è subito passato dai due ettari iniziali ai dieci dell’anno dopo. E questo dice tutto.
Fare impresa oggi non è facile. I problemi sono tanti e alcuni molto gravi. Lo conferma Maria: «Tra le problematiche principali c’è la competizione internazionale con la formazione di catene globali del valore. Queste mettono le microimprese nella condizione di essere meno adeguate alla logica di sviluppo dei mercati, guidati dalle multinazionali capaci di innovare e di guidare il processo di accumulazione della ricchezza. La dipendenza delle nostre economie dei combustibili fossili, le pratiche di uso del suolo e la deforestazione globale, stanno aumentando le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera che a loro volta determinano un cambiamento globale del clima. Ecco perché tutelare l'ambiente è importante, perché le risorse come l'aria, l'acqua, le specie vegetali e le specie animali non sono inesauribili. Ma spesso, e purtroppo, sono state considerate come tali”.
Oltre al papà Giancarlo, sono in tre sorelle ad occuparsi dell’azienda. Una bella esperienza, un grande impegno: «Per noi è una grandissimo riscatto». una storia da raccontare quella di Maria, Giusi e Sara Praino che, seguendo le orme del papà Giancarlo, che ha avviato nella Piana di Sibari un piccolo grande miracolo del Sud.