Giacomo Muraca è uno storico imprenditore della Sila Piccola catanzarese. Oggi le sue aziende si sono affermate per la riproposizione degli antichi sapori della cucina povera calabrese.

Giacomo nasce nel 1954, anni difficili, di ricostruzione, in un piccolo paese montano a vocazione contadina, da una famiglia numerosa, il terzo di 6 figli. «Erano tempi in cui già da piccolissimo dovevo lavorare in famiglia, quindi una precoce formazione al lavoro. Una grande voglia di rivalsa mi ha portato a lavorare e soprattutto a studiare, la curiosità ed una sana furbizia poi sono state la base per affinare le conoscenze, la professionalità e la serietà di costruire solidi rapporti».

Giacomo inizia da giovanissimo ad entrare nel mondo imprenditoriale. «A 23 anni apro la partita iva e inizio con la commercializzazione delle castagne, in quanto il mio paese, Cicala, è vocato alla castanicoltura, dapprima con la vendita diretta del frutto fresco, per poi iniziare con la lavorazione e trasformazione dello stesso, ed oggi produciamo anche castagne secche, farina di castagne, castagne cotte e surgelate. Vendendo in Italia e nel mondo».

Alla base della produzione c’è prima di tutto il recupero della tradizione e della genuinità. Tutto proviene dalla terra. «La nostra è un Azienda Agricola, oggi alla terza generazione, quindi una filiera che coltiva trasforma e commercializza quello che la nostra terra ci offre. Produciamo oltre 100 articoli, che per filosofia azien dal provengono da materia prima rigorosamente calabrese, perché ho scelto di valorizzare oltre al prodotto un territorio, e qui mi ritengo fortunato ad essere nato  in un ecosistema unico al mondo, dove l’aria è tra le più pure del globo».

Tra storia e leggenda si narra che i Muraca profanarono l’abbazia di Corazzo dove fu Abbate Gioacchino da Fiore. «Sì, perché immaginando di trovare i Monaci a compiere atti sacrileghi sulle donne drogate e messe su tavole imbandite, andarono, li scoprirono e poi li castrarono. Durante la fuga presero dall’abbazia libri e antiche ricette, che vennero tramandate oralmente fino ai nostri giorni. Per quell'atto i Muraca furono scomunicati dai Monaci, affinché si disperdessero per il mondo. Noi oggi produciamo le nostre ricette, seguendo e innovando quei  metodi tradizionali, frutto di un sapere e un sapore antico».

Sapori Antichi, grazie alla sua famosa passata, ha dato molte soddisfazioni all’azienda Muraca. «Alla produzione delle castagne abbiamo accompagnato quelle di aromi e spezie mediterranee, tra cui la fanno da padrone alloro, menta, rosmarino, salvia, finocchio, origano e peperoncino. Ma dobbiamo riconoscere maggiore importanza al pomodoro e a tutti i suoi derivati: pelato, sughi pronti, ma soprattutto alla Sarsa da Nunna, che quotidianamente ci regala grandi soddisfazioni. E per ultimo voglio raccontarti un aneddoto: un amico poche settimane fa mi chiede di fornirgli della passata di pomodoro perché la madre è ormai anziana e non può affaticarsi.  Ma seppur scettica la madre accetta. Questo amico mi richiama dopo qualche giorno dicendomi: Giacomo, ho chiesto a mia madre com'è la passata, sai cosa mi ha detto? esta megliu e chilla chi facia eu».

Dopo i primi 40 anni di attività, l’azienda Muraca presenta tante novità. «Non ci stanchiamo mai di innovare; gli occhi sono puntati su economie circolari, progetti di filiera, organizzazione di produttori, tutela dell’ambiente. Ma anche grazie a nuovi prodotti, Kit Pizza, “ketchup calabrese”, pan grattato profumato, e per ultimo ma solo in ordine di tempo, la Farina di Pomodoro. Oggi tanti ci copiano, quindi vuol dire che stiamo facendo bene, e per continuare ad essere copiati, continueremo a differenziarci».

Lavorare e fare impresa in questo angolo sperduto della Sila Piccola catanzarese, non deve essere stato facile. «Per piccoli aspetti è un angolo di paradiso in una terra aspra. Ma abbiamo soprattutto bisogno di infrastrutture, di strade perché l’entroterra si sta spopolando, non siamo affatto zone di passaggio, anzi tutti i giorni sentiamo le lamentele degli autisti nel raggiungere i nostri stabilimenti di produzione, mi definiscono un pazzo per aver creato una bella realtà a queste latitudini. Io invece mi sento un sognatore, innamorato di questi posti.  E fino a quando il Signore mi darà la forza e vita, continuerò ad essere pazzo».

Con Giacomo Muraca ci sono i figli. Quindi c’è il futuro. «Ho tre figli: Ferdinando, Antonio e Ivan, ho creato tutto questo per il territorio e per loro, per dargli l'opportunità di restare nella loro terra e poter creare ed offrire occupazione. Ho trasmesso a loro le mie passioni, il mio sapere e le mie conoscenze; sono orgoglioso di averli al mio fianco e capisco di aver fatto bene perché fino a qualche anno fa ero io la sera a chiudere il cancello dell’azienda, oggi sono loro a farlo dopo di me»-

La Calabria si sta spopolando. I giovani vanno via. Manca molta manodopera alle aziende. «Se le cose restano così, il futuro per questa terra è aspro, non manca mai il lavoro ma dobbiamo attuare un recupero sociale della funzione del lavoro soprattutto di quello manuale, e soprattutto  in ambito agrario, occorre dare maggiore valore ad alcune figure operative, professionalizzarle e dar loro il grande merito che hanno, un contadino è fonte inesauribile di vita, ed oggi è innovazione tecnologia passione».