Un piccolo codazzo di persone che, almeno secondo indiscrezioni interne, sarebbero tutte accomunate dall’essere molto vicini al potente dirigente col passo simile a quello di Alberto Sordi nel film “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”, nella famosa scena dell’ispezione nei reparti, irrompono proprio nell’ufficio Tributi e sequestrano un pc
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È una tranquilla mattina di lavoro al comune di Rende, esattamente all’ufficio Tributi. Una mattinata di routine. Solita calca agli sportelli e solita fila. Un improvviso trambusto rompe la tranquillità della giornata che era iniziata bene ma sta per finire male. Pochi metri più in là nel corridoio si avvertono i passi di piccolo corteo di integerrimi funzionari del comune, una sorta di commando di papaveri grigi. Da quanto siamo riusciti a sapere, l’agguerrito nucleo di incursori sarebbe stato composto da un certo Sandro Scarpelli, consulente esterno del comune di Rende, dall’avvocato Aurora Oliverio, anch’essa consulente esterna, nonché consorte dell’avvocato Luigi Natalizio, avvocato a riposo. I due coniugi sarebbero accomunanti dalla passione politica del laboratorio civico del sindaco Marcello Manna. A completare il gruppo, infine, il segretario generale del comune, Michele Lizzano.
I tre a passo deciso, seguiti da un piccolo codazzo di persone che, almeno secondo indiscrezioni interne, sarebbero tutte accumunate dall’essere molto vicini al potente dirigente Antonio Infantino col passo simile a quello di Alberto Sordi nel film “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”, nella famosa scena dell’ispezione nei reparti, irrompono proprio nell’ufficio Tributi.
Appena nel salone i tre si guardano intorno con la rapidità delle “teste di cuoio” de’ noantri e, individuato l’oggetto dell'operazione, si avventano sull’obiettivo. Ma cosa cercavano esattamente gli incursori inviati da Infantino? A quanto pare niente di particolare: un semplice computer in dotazione dell'ufficio.
Il trio a quel punto procede ad un vero e proprio sequestro con tanto di verbale e relativo imballaggio della merce. Tutto ciò, davanti ai cittadini in fila agli sportelli e senza alcun garbo nei confronti degli increduli dipendenti comunali in quel momento in servizio. Operazione chiusa. La sceneggiata targata Infantino termina. Questi i fatti. Sorge, a questo punto, spontanea la domanda: cosa nasconde quel computer di così rilevante importanza per il Antonio Infantino? Verificare se nel pc ci fossero tracce di un qualche presunto reato? E se così fosse. Per quale motivo non è stato chiesto alla magistratura di effettuare il sequestro? Anche e soprattutto a garanzia e per prevenire eventuali manipolazioni? A questo punto il sospetto che il pc sia stato recuperato non per accertare ma per cancellare eventuali tracce, è altrettanto legittimo. Altri interrogativi sorgono spontanei: dove sarà stato portato il computer? Sarà stato trasferito in una località segreta? In quale ufficio e da chi viene custodito? In conclusione una sceneggiata pubblica di questo tipo, ad occhi poco attenti, potrebbe apparire una manifestazione di efficienza amministrativa. A guardare bene però, un atteggiamento del genere da parte di un capoufficio, può essere definito semplicemente come una manifestazione di maldestra cialtroneria. Evidentemente al dottor Infantino piace giocare con i dipendenti a guardie e ladri nel contesto degli uffici. Tuttavia un dirigente del suo livello dovrebbe sapere che nella pubblica amministrazione, è difficile e rischioso questo gioco, anche perché individuare i ladri e distinguerli dalle guardie in questo caso, si potrebbe rivelare una operazione estremamente complessa.
Pablo