Allo scoccare della mezzanotte del 27 settembre, quelli che comandano a Hollywood, i padroni delle grandi major, hanno chinato la testa e alzato le mani in segno di resa. La vittoria epocale del sindacato degli sceneggiatori Wga (Wristers Guild of America), dopo un testa a testa molto duro, è stata schiacciante. Sull’onda dell’entusiasmo,anche il sindacato degli attori (Sag-Aftra), capeggiato dalla furoreggiante ex Tata Francesca, al secolo Fran Dresher), spera di incassare lo stesso risultato. Ma il primo disgelo ha avuto come effetto istantaneo, intanto, la ripresa di progetti interrotti. Vediamo quali serie sono in arrivo e quelle che si faranno attendere ancora un po'.

The last of us 2 – Sky (in lavorazione)

Il secondo atto della serie più amata della scorsa stagione, è già in lavorazione. Parliamo di The last of us 2, interrotta ancor prima di mettere mano alle sceneggiature. Il creatore Craig Mazin, ha pubblicato da poco un post su Threads, in cui annuncia che finito lo sciopero, la macchina si rimetterà in moto. Ma sarà un cammino lento, perché se gli autori sono già all’opera, gli attori se ne stanno ancora a braccia conserte. Il destino del mondo postapocalittico di Joel ed Ellie dipenderà da quanto convincente riuscirà ad essere una ex Tata della tv.

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The House of the Dragon 2 – Sky (estate 2024)

Se dalle parti di The last of us, il blocco conosce due fasi (sciopero di autori e attori), stessa sorte non dovrebbe toccare a The House odf the Dragon 2, prequel del celebre Trono di Spade. E questo per una ragione molto semplice (e per la gioia dei fan): gli attori non sono americani, ma inglesi e quindi aderiscono ad un altro sindacato, l’Equity, fuori dalle faccende e dalle rivendicazioni che stanno infiammando gli Usa (anche se con i colleghi Usa solidarizzano). Ecco perché le riprese sono già in fase avanzata e, addirittura, è trapelato anche il titolo del primo episodio della seconda stagione: “A son for a Son” (un figlio per un figlio) che anticipa l’attesa danza dei draghi. L’uscita della serie, però, avverrà prima dell’estate 2024 e a trasmetterla in Italia sarà Sky Atlantic. Dopo un inizio zoppicante (ne avevamo parlato qui), la serie figlia di Got, ha avuto uno slancio proprio sul finale. Solo che per capire se si tratta di un fuoco di paglia (oltre che di drago) o no, occorrerà attendere un altro po'.

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Se nel frattempo, le serie in lavorazione attendono che rientrino gli effetti dello sciopero, diamo un’occhiata invece alle prossime uscite certe, che costelleranno le programmazioni dei giganti dello streaming tra grandi ritorni, ambientazioni distopiche, ultratemporali o alla corte del Re, anzi, della Regina.

The Crown 6 – Netflix (Novembre)

Dopo un bel po’ di attesa, e una penultima stagione un po’ sottotono (la mancanza di Claire Foy e di Olivia Colman si sente, così come la Diana, diventata una macchietta col volto di Elizabeth Debicki) l’ultimo atto della saga dei Windsor, sotto i sigilli di Netflix, si chiuderà a Novembre per sempre, così hanno dichiarato a più riprese gli autori. Una promessa resistente a tutto tranne alla tentazione di togliere una costola a The Crown e farne uno spin off. Le voci di un possibile prequel parlano di una storia che comincia con la morte della regina Vittoria all’alba del Novecento, per annodarsi all’inizio delle vicende di The Crown, quasi a disegnare la base circolare di una Corona. La sesta e ultima stagione ripartirà dalla caldissima estate del 1997 e finirà nel 2005, poco prima della scadenza del mandato di Tony Blair. In mezzo la morte di Diana, il corteggiamento di William e Kate (interpretati da Ed McVey e Meg Bellamy).

La caduta della casa degli Usher – Netflix (12 ottobre) 

“Per tutta una fosca giornata, oscura e sorda, d’autunno, col cielo greve e basso di nuvole, avevo cavalcato da solo traverso a una campagna singolarmente lugubre fino a che mi trovai, mentre già cadeva l'ombra della sera, in vista della malinconica casa degli Usher”. Comincia così il racconto del grande Edgar Allan Poe che ha dato l’ispirazione al regista e autore Mike Flanagan, ma prima a Jean Epstein (con la spalla di Luis Bunuel) che girò nel 1928 l'omonimo film ispirato anche a Il ritratto ovale e Ligeia. Il contemporaneo Flanagan, autore del riuscito “The Haunting of Hill House” (molto liberamente tratto dal capolavoro di Shirley Jackson), del suo sequel (decisamente meno riuscito) e di “Midnight Mass”, scava nelle opere dello scrittore americano per cavarne la storia di Roderick e Madeline Usher, fratelli, spietati e soci dell’azienda Fortunato Pharmaceuticals, roccaforte di poteri e privilegi che una misteriosa donna comincerà a distruggere provocando la morte di tutti gli eredi. 

Il problema dei tre corpi – Netflix (gennaio 2024)

Nel 2006 l'autore cinese Cixin Liu, diede alle stampe il romanzo sci-fi “Il problema dei tre corpi” ispirato nel titolo alla teoria astrodinamica secondo la quale si può conoscere l’evoluzione futura di tre corpi, soggetti a una reciproca attrazione gravitazionale, sapendo la posizione iniziale di essi, la massa e la velocità. A gennaio 2024 vedremo l’adattamento del romanzo che diede vita a una trilogia, e che in Cina fu il più venduto degli ultimi vent’anni, nonché vincitore di 9 premi Galaxy, ad opera di David Benioff, D. B. Weiss (il duo noto per aver firmato Trono di Spade) e Alexander Woo. Nella serie seguiamo la storia di Ye Wenjie, una giovane astrofisica chiamata dal governo del Dragone a costruire una base militare top secret in un luogo ameno e desolato. I risultati dell’esperimento, un sistema di teletrasmissione diretto verso lo spazio, si svelano nella loro tragicità trentotto anni dopo, quando un’ondata di suicidi inizia a sterminare la comunità scientifica.

Bodies – Netflix (19 ottobre)

Una città, quattro detective e un morto. Ma Bodies non è così semplice perché la serie, in onda su Netflix dal 19 ottobre, ispirata alla graphic novel del 2014 di Si Spencer (edito da Dc/Vertigo), si allunga su quattro livelli temporali diversi. Lo stesso corpo viene ritovato nel 1890, nel 1941, nel 2023 e nel 2053. Passato, presente e futuro faranno da cornice (e a volte da protagonista) ai fili intrecciati da Paul Tomalin (Torchwood) e portati sullo schermo dai registi Marco Kreutzpainter e Haolu Wang che intorno a Longharvest Lane, nell’east End londinese, comporranno una matassa che promette di avvolgere lo spettatore. Vedremo se l’esperimento riuscirà o farà la fine di “1899” che aveva due genitori d'eccezioni (gli autori di Sark) e poi è collassato su se stesso.

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Fargo 5 – Disney + (novembre) 

Dopo prime stagioni folgoranti, per Fargo - la serie è iniziato un lento declino che ha sfiorato il fondo con la quarta stagione. Ma perseverare è diabolico, e di diavoli la creatura nata da una costola del capolavoro dei Coen, ne sa qualcosa. Quindi eccoci a parlare del quinto capitolo che andrà in onda negli States il 21 novembre e che poi finirà in Italia, dritto dritto, su Disney +, sempre per mano del suo creatore Noah Hawley. Siamo in Minnesota nel 2019, Dorothy, detta Dot, Lyon è una apparentemente placida casalinga di una sonnolenta cittadina americana. Non lo è, ça va sans dire, anche perché uno sceriffo del North Dakota è sulle sue tracce da molto tempo. Nel cast anche Jennifer Jason Lee.