La guerriera Oscar Francois De Jarjayes, cresciuta nella Francia che covava la Rivoluzione nelle viscere di una Parigi affamata, è pronta a tornare sullo schermo. A quarant’anni dal debutto in televisione di uno degli anime più amati della storia dell’animazione, il regista Ai Yoshimura s’è preso la grande responsabilità di donare alle nuove generazioni una storia epica che fino ad ora non ha avuto eredi. L'estetica richiama molto quello del manga da cui tutto ha avuto origine, e la storia è pronta a conquistare, lancia in resta, i giovanissimi abituati a uno stile d’animazione meno artigianale di quello (favoloso) degli anni 70 e 80.

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Il teaser che ha fatto sognare il mondo

Lo studio giapponese Mappa ha scommesso su una produzione che a poche ore dalla diffusione del primo teaser (clicca qui per vederlo), ha avuto l’effetto di un terremoto nel mondo dei nerd e degli amanti di manga e anime. Non è ancora stata resa nota una data di uscita internazionale, solo quella nelle sale giapponesi (primavera del 2025), ma di certo il mercato mondiale non si farà sfuggire questa occasione (e c'è da scommettere che saremo travolti da un'onda non indifferente di merchandising legato all'anime).

Sua Maestà Riyoko Ikeda

La grande madre di Berusaiyu no Bara (Le Rose di Versailles) è la celebre sensei Riyoko Ikeda che nel 2008 venne insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Legion d’onore per il suo contributo alla diffusione della cultura francese nel mondo. Dopo aver letto la biografia della regina Maria Antonietta, curata dallo scrittore di origine austriaca Stefan Zweig, e quella dell’autore francese André Castelot (Storms), Ikeda si persuase a scrivere un manga shojo (cioè quelle pubblicazioni destinate a un target giovane e femminile) dedicato all’ultima sovrana francese. La casa editrice, tuttavia, sulle prime traccheggiò. L’ambientazione settecentesca, i rimandi storici, i personaggi dalla fine nota e tragica, per i responsabili della Shueisha rischiavano di non affascinare le lettrici abituate a ben altre atmosfere. Alla fine, però, la spuntò la Ikeda – anche perché gli editori speravano di cavalcare l’onda del successo cinematografico del film “Sissi” che all'epoca aveva conquistato mezzo mondo grazie anche al viso della splendida Romy Schneider - riservandosi, però, di interrompere subito le pubblicazioni se le vendite fossero state insoddisfacenti. Non accadde. Il manga stregò da subito una fetta di lettori inaspettata, diventando un fenomeno di costume che oltrepassò i confini nipponici come uno tsunami.

Il maschilismo degli editori e la rivoluzione di Riyoko Ikeda

Il successo che travolse Riyoko Ikeda, rese più dolce l’amaro boccone che era stata costretta a mandare giù quando cominciò a collaborare con la casa editrice Shueisha. «Frequentavo l’università di Tsukuba e studiavo filosofia – disse in un’intervista concessa a La Repubblica -. La mia scelta di lasciare gli studi a 24 anni per dedicarmi ai manga deluse le aspettative di tanti, a cominciare dalla mia famiglia, ma soprattutto complicò la mia esistenza: entravo in un mondo di dominio maschile, e me lo fecero capire subito. L’editore mi disse chiaro e tondo che mi avrebbe pagato la metà di quanto guadagnava un autore uomo. Io mi lamentai e lui candidamente mi spiegò che lo faceva perché se un suo autore avesse deciso di metter su famiglia avrebbe dovuto mantenere la moglie, se invece mi fossi sposata io, a me avrebbe pensato mio marito».

Ed ecco che la sua rivalsa Ikeda se la prese tutta tramite la sua eroina, Oscar, cresciuta come un uomo, battezzata con un nome da uomo, educata come un uomo, e poi sbocciata in una femminilità ritrovata, con cappa e spada in pugno. Tutti gli stereotipi vennero capovolti: la concezione della ragazza timida e romantica, della femmina sottomessa e remissiva, fu sovvertita da una donna d'acciaio, bellissima e passionale, in grado di guidare una truppa di soldati a caccia di riscatto, sotto il vessillo della libertà, dell'eguaglianza e della fraternità. «In Giappone cominciarono a identificarsi con Oscar le donne osteggiate sui posti di lavoro, anche oggi succede e mi sorprende» raccontò l'autrice. 

La grande rivoluzione, non fu solo quella sotto la Bastiglia, ma si consumò nelle case giapponesi dove le ragazzine si innamorarono di Oscar e del suo coraggio, di una donna che lotta al pari di un uomo, di una donna che non ha paura e cambia il suo destino.

Le rose di Versailles

Nel titolo si fa riferimento alle “rose” di Versailles, plurale non casuale perché, come spiegato dalla stessa mangaka, mentre Oscar rappresenta la purezza, quindi la rosa bianca, il bouquet della storia si colora anche del rosso della passione di Maria Antonietta (per il suo Fersen), del giallo-invidia di madame Polignac, del rosa tenero di Rosalie e del nero di Jeanne Valois (protagonista di una delle parti più belle dell'anime, quella dell'intrigo della collana).

Il no della Ikeda e la nascita della Stella della Senna

Le prime tavole del manga trovarono ospitalità tra le pagine della rivista Shukan Margaret Comics, della casa editrice Shueisha, tra il 1972 e il 1973. Ikeda ricevette, dopo il grande successo del manga, l’offerta per una trasposizione sullo schermo della spadaccina dai lunghi capelli biondi, ma rifiutò, accettando invece di buon grado di cedere i diritti per un adattamento teatrale alla compagnia Takarazuka.

I produttori televisivi della Sunrise Unimax, però, intuendo il grande potenziale a cui aveva dato la stura il manga della Ikeda, raggrupparono velocemente un team di animatori per mettere su un anime che in Italia fu conosciuto col nome di “Stella della Senna” (La Seine no Hoshi”), la storia della bellissima Simone, sorella segreta di Maria Antonietta. Il soggetto originale fu firmato da Mitsuru Kaneko con character design di Akio Sugino, e nel Belpaese arrivò solo dopo l’anime di Lady Oscar.

Anche nella "Stella della Senna" il maschilismo (italiano stavolta) la fece da padrone in quanto, nonostante la protagonista indiscussa fosse Simone, quindi una donna che da sola riesce a cambiare i destini di Francia, il titolo in italiano fu "Il Tulipano Nero - La Stella della Senna", anche se il condottiero ha un ruolo del tutto marginale. La scelta fu dettata, pare, dal successo dell'omonimo film con Alain Delon che tuttavia nulla ha a che fare con la trama dell'anime. 

L'anime in Italia

Fu la Tokyo Movie Shinsha a produrre l'anime di Lady Oscar. La serie arrivò sugli schermi nipponici a cavallo tra il 1979 e il 1980, ma non bissò il successo del manga. Le differenze tra cartaceo e anime erano evidenti (soprattutto ai fan del manga) perché il primo si concentrava molto sulle vicende di Maria Antonietta, mentre nel secondo il focus era tutto su Oscar e André. Inoltre nel manga, com'è consuetudine nello stile nipponico, c'è anche spazio a componenti quasi demenziali in alcune scene, che nell'anime non esistono. Il grandissimo successo, però, arrivò nel Vecchio Continente dove è tutt'ora considerato una pietra miliare dell'animazione mondiale (soprattutto in Italia dove è uno stracult).

I personaggi reali di Lady Oscar

Oscar è stato ispirato a due figure storiche: François Augustin Reynier de Jarjayes, un conte che tentò di aiutare la famiglia reale a fuggire prima che tutti venissero arrestati e mandati alla Bastiglia, e Marie-Jeanne Schellinck, una donna di origine belga che si travestì da uomo per entrare nell’esercito e combattere.

Ikeda, ammise di essersi ispirata, per disegnare Oscar, al viso dell’attore Björn Andrésen in “Morte a Venezia” di Luchino Visconti, i cui lineamenti torneranno in “Caro fratello” (in cui l’autrice tocca anche il tema del suicidio) e “La finestra di Orfeo”. Lady Oscar ebbe anche un sequel dal titolo “Eroica” che vede al centro, questa volta, le vicende di Napoleone Bonaparte e il ritorno di alcuni personaggi del manga precedente tra cui Rosalie e il fratello Bernard Chatelet e Alain de Soissons (il compagno d’armi di André).

Attesa alle stelle

Mentre a Milano è aperta una mostra per celebrare i quarant’anni della lady rosa di guancia, il mondo degli amanti degli anime manga, attende la data di uscita del nuovo film di animazione che arriverà sugli schermi giapponesi nella primavera del 2025. La Festa alla corte di Francia, è ricominciata.