Intanto che all'epoca dei giacconi a vento, degli Inventaricci, del Crystal Soleil, si sceglieva se appartenere al team Brenda o al team Kelly, intanto che casa Walsh, nell'assolata California, diventava il puerto seguro del giovedì sera, intanto che a scuola si grattava sul banco il testo dei Mr. Big invece di mandare giù a memoria l'elettromagnetismo e tradurre dal Rocci la battaglia delle Termopili, il mondo s'è strappato a morsi tutti i progetti e le idee, la giovinezza e il futuro migliore dei ragazzi degli anni Novanta, rendendoli vampiri: troppo giovani per essere vecchi e troppo vecchi per essere giovani. Ma all'epoca cosa importava, chi ci pensava. Oggi la GenX, quella che cavalca tra i Boomers e i Millenial, piange la scomparsa di Shannen Doherty, e il lutto diventa il solito cerimoniale collettivo di memoria e memorabilia, che trascina ogni scomparsa iconica di quegli anni lì.

«Fammeli così»

Brenda tirò fuori questa frangettona intorno al ‘94, su un taglio liscio, appena scalato e ci fece impazzire. Impazzire. Tutte a portare i ritagli di Cioè dal parrucchiere: fammeli così. Poi dopo straphonate e mani sugli occhi per ripararli dalla tempesta di lacca, si tornava a casa con la frangia doppia alla Gabriella Golia.

Giovedì venti e trenta, Italia 1, appuntamento col mondo. La ragazzina del Minnesota con le gambe magre magre, i denti un po’ a paletta e il rossetto mattone, era riuscita a entrare nel cuore del James Dean della GenX. Era successo a lei, poteva succedere a tutte. Era l’illusione, la magia, più un’ipnosi collettiva. Cuscini stretti al petto, porta chiusa. È il momento della scena in cui Brenda fugge dal carattere ombroso di McKay, ma lui la raggiunge, le cinge la vita e sussurra: resta con me. Pianti, brividi, desideri. Romanticismo a domicilio. Zuccheri nel sangue, lacrime dolcissime. Appunti sul diario di scuola: Dylan &Brenda, col cuore vicino e pezzi del poster omaggio fissato sulla pagina ondulata di colla. Poi alle dieci e mezza, puntata finita e l’orizzonte di una settimana intera per fare ipotesi.

La storia della ragazza di provincia che fa perdere la testa a quello più grande, più figo, e intanto esce con una comitiva formidabile nella città delle onde impetuose dell’Oceano, di Rodeo Drive, dei divi del cinema, del Natale a maniche corte, del lavoretto al Diner per pagare le vacanze, del meraviglioso e lontanissimo, non poteva che scolpirsi a fuoco sul muro immacolato dei nostri anni Big Babol. Da Bolzano a Messina, da Verona a Cosenza, il sospiro che ci univa era lo stesso. Un fiato di invidia, ammirazione, speranza. Sogno.

Losing my religion

Una scena per una colonna sonora: Losing my religion, dei Rem, che Brenda consuma per grattare il fondo del dolore per quella storia finita. Anche lì con lei c’eravamo noialtre, nella stanzetta col telefono a filo e la cornetta che andava su e giù per controllare se per caso fosse occupato (mamma, chiudi!) o la linea fosse finita a mare (per questo non chiama, per questo). Brenda non ha mai avuto rivali, neanche quando per i capricci sul set dell'attrice, hanno permesso all’iperbionda naturale Kelly, di avere la meglio su di lei e il suo personaggio, strappandole il fidanzato che da lì in poi ha cominciato a languire, arrotolato in storie di malavita, bombe, tagli di capelli, rapporti paterni malati, disagio e maturità. 

Realtà e finzione

In una puntata Brenda affronta l’attesa per i risultati di un esame istologico per un nodulo sospetto. Il dottore chiama in casa, dice che è tutto a posto. Abbraccio liberatorio in casa Walsh, in ogni casa collegata. Oltre lo specchio, lo sappiamo, però non è andata così. Shannen Doherty si è ammalata davvero e per nove anni ha cercato di guarire, ma non ce l’ha fatta. Dopo Dylan, diamo l’addio anche a Brenda. Dopo Luke, adesso Shannen. Non c’è niente di magico o fatidico, solo a volte il destino prende a spallate la vita e finisce per rompere anche la quarta parete.