Bello come un film che lascia un buon retrogusto in bocca. Mi spingo oltre: Dinner Club, il nuovo format Amazon, è qualitativamente migliore del 95 per cento delle commedie italiane attualmente in circolazione, a riprova del fatto che buttare giù canovacci e lasciare agli attori (bravi) la possibilità di fare il proprio mestiere, anche quando vuol dire lasciarli a briglia sciolta, è meglio che stringerli al cappio di mediocri sceneggiature.

Cibo in tutte le salse

Il nuovo format mangereccio targato Amazon, stupisce per fattura e contenuti. Stupisce perché sul tema si è veramente detto e fatto di tutto. Dalle gare, pure e semplici, ai tour enogastro allestiti su colline o rupi sperdute, dal cooking mescolato al turismo estremo (tipo fornelletti montati in mezzo al nulla cosmico con due rami di ulivo al posto dei coltelli), all’improvvisazione puramente scema. Davanti alla camera, in questi anni, hanno sfilato tutte le tipologie da scaffale: una miscellanea di appassionati cuochi e professionisti con qualche agriturismo alle spalle, rappresentanti regionali con le rispettive cucine condite d'orgogliosa appartenenza, amanti della buona tavola, contadini, pescatori, coltivatori diretti e indiretti, produttori, pastori e pure qualche pecora.

Una buona cenetta con amici

Insomma davvero si è raschiato il fondo del barile, un tempo bello pieno, e i format del genere “tutti a tavola” o “tutti a vedere come si spadella un piccione” hanno cominciato a perdere colpi.

Poi è arrivato Dinner Club. Capotavola Carlo Cracco, per ospiti un pugno di attori (Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono, Luciana Littizzetto, Pierfrancesco Favino e Fabio De Luigi) che sanno come intrattenere i veri commensali (gli spettatori) rendendoli partecipi di cenette deliziose con buoni conversatori.  

Si ride e si mangia

La fattura del format, di altissima qualità (direzione, montaggio e soprattutto fotografia) e un regista che sa come dirigere l’orchestra (Riccardo Struchil), hanno lanciato il programma sulle ali del passaparola.

Ecco come funziona. In ogni puntata Cracco si mette in strada (in camper, in bici, a piedi) con uno dei suoi ospiti. Per meta hanno diverse località italiane, piccole e spesso arroccate tra i monti, accoccolate tra le valli o nascoste in riva ai fiumi. Lì incontrano gente del posto, mangiano (naturalmente), raccolgono ricette e ingredienti che di sera propongono a tutti gli altri riuniti intorno alla stessa tavola.

Quello che fa la differenza è la bravura dei protagonisti che fanno quello che sanno fare meglio: recitare, comunicare a volte far sorridere senza che ci sia qualche autore che suggerisce di sospirare, dire stupidaggini, far partire violini.