Negli scorsi giorni Zelenskyj, si è lasciato andare a delle dichiarazioni ottimistiche relative al fronte, dove è in corso la battaglia. Le sue dichiarazioni avrebbero creato, a detta di giornali locali, una piccola spaccatura tra l’ufficio governativo, l’esercito ed i civili.

Questo sarebbe accaduto durante uno dei suoi discorsi quotidiani, che lanciati sui social, cercano di arrivare al cuore dei civili e non solo. Uno di questi è stato ripreso dal Financial Time, che ha riportato le dichiarazioni del leader ucraino mentre parla dei successi dell'esercito al fronte. Questo avrebbe di fatto creato una spaccatura tra l'amministrazione del capo di stato, la leadership militare del paese legata alla preoccupazione dei civili.

Ma questa incessante voglia di raccontare che al fronte le cose vadano bene, secondo gli analisti, deriverebbe dal fatto che Zelenskyj cercherebbe di mantenere l'ottimismo in patria e all'estero, alla luce del fatto che non vi sono particolari cambiamenti o miglioramenti e soprattutto perché l’Occidente sembra aver rallentato l’attenzione sull’Ucraina.

A detta quindi di analisti, la narrativa del presidente ucraino mancherebbe di realismo e questo per evitare che in patria cali il pessimismo e all’estero l’attenzione e l’interesse.

Non è, infatti una novità, che al fronte vi sia stato e vi sia un periodo di stallo, legato a qualche sporadica “vittoria” o a qualche perdita operata dall’esercito russo. La stessa Iryna Zolotar, consigliere e capo del dipartimento delle comunicazioni dell'ex ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, avrebbe affermato che la strategia dell'ottimismo inizialmente aveva funzionato, aiutando gli ucraini a credere in sé stessi e nella propria capacità di resistere all'invasione. Ma, ad oggi, questa strategia ha creato una narrazione in cui «le aspettative sono gonfiate e non corrispondono alla reale situazione».

Ma ad alimentare il malcontento, sarebbero le reazioni dei leader militari al fronte, che parlerebbero di enorme divario tra i messaggi ufficiali e la situazione reale sul campo e questo non motiverebbe, per i leader militari, né gli ucraini né i partner occidentali del Paese.

Difatti un fonte anonima al Ft avrebbe dichiarato: «Se siamo pessimisti, dobbiamo aspettarci che le persone possano smettere di sviluppare i loro affari in Ucraina, così come la popolazione smetterebbe di pagare le tasse, e non avremo abbastanza soldi per continuare la lotta».

Una strategia quella delle “notizie positive” che paga fino ad un certo punto e che prevede una palese censura di quante vittime ucraine ci siano e di quanti attacchi russi siano riusciti. Ma questo si sa fa parte della comunicazione e della propaganda in tempi di guerra.

L’esercito, a tal proposito, sostiene che il divario tra le dichiarazioni ufficiali e la situazione al fronte non sarebbe più giustificabile e motivata.  

Non sarebbe dunque una novità, che i disaccordi tra l'esercito e l'ufficio presidenziale siano diventati evidenti già dal mese di novembre, quando il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, aveva dichiarato, come in un articolo da noi pubblicato, che la guerra aveva raggiunto un punto morto.

Secondo il vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Igor Zhovkva, l’intervista del comandante in capo arebbe causato panico tra i partner internazionali. Lo stesso Zelenskyj, subito dopo le dichiarazioni di Zaluzhny, avrebbe affermato di non considerare la situazione al fronte come una situazione di stallo. E mentre il viaggio del presidente negli Usa, avrebbe come scopo, quello di mantenere l’attenzione alta sull’Ucraina con il rispettivo sostegno economico e militare, in “casa Kiev/Kyiv” nasce la necessità di sistemare queste incomprensioni.