Nonostante i cittadini stranieri fossero ufficialmente arruolati all’interno dell’Esercito Ucraino e per questo considerabili come elementi ufficiali delle Uaf, quindi per la Convenzione di Ginevra aventi diritto allo status di prigioniero politico, e nonostante le accuse rivoltegli dal Tribunale autonomo della Dpr (non riconosciuto e non ufficiale) non li abbiano macchiati di uccisioni o crimini di guerra, ma solo di atti sovversivi al potere, la pena di morte sembra essere arrivata alla porta di uno dei tre.

Nello specifico si parla di Aiden Aslin, il 28enne britannico ufficialmente arruolato con le Forze Armate ucraine dal 2018. Secondo quanto riportato dal Telegraph il cittadino britannico Aiden Aslin, condannato a morte nella Dpr per aver partecipato alle ostilità nel Donbass a fianco delle forze armate ucraine, ha parlato con i suoi parenti, annunciando che la sua sentenza sarà presto eseguita.

Niente a che vedere con la condanna all’ergastolo del soldato russo, operata da un Tribunale riconosciuto e che è accusato per crimini di guerra, per aver ucciso degli innocenti durante la sua “permanenza” in Ucraina. Accuse completamente differenti le une dalle altre e che di certo non hanno “legalmente” previsto la pena di morte e per fatti non imputabili a crimini di guerra, perché se questi ci fossero stati, non avrebbero esitato ad imputarli.

Secondo la nonna del condannato britannico, Pamela Hall, Aiden sarebbe risultato “molto turbato” mentre parlava con la famiglia. “Mio nipote ha detto che gli è stato riferito dal Tribunale del Dpr, che nessuno dal Regno Unito li ha contattati e che per questo sarà giustiziato a breve. Ovviamente, spero che questo sia non è vero”, aggiungendo che “se il Dprnon riceverà alcuna risposta, sarà giustiziato”.

Il ticchettio sull’orologio della vita di Aiden sembra scandirsi in modo definitivo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire. Secondo i parenti dell’uomo il suo tempo starebbe per finire. Come già precedentemente accennato in un approfondimento, i tre uomini, gli inglesi Sean Pinner e Aiden Aslin e il marocchino Saadoun Brahim, condannati a morte nel Dpr, stanno preparando un ricorso contro il verdetto.

Il 9 giugno la Corte Suprema della Dpr ha condannato a morte tre stranieri accusati di aver partecipato alle ostilità dalla parte dell'Ucraina. Durante l'incontro, hanno parzialmente ammesso la loro colpevolezza.Il prigioniero di guerra britannico ha chiamato i suoi parenti e li ha salutati, dicendo che nessuno aveva cercato di negoziare il suo rilascio.

I parenti degli inglesi condannati a morte Aiden Aslin e Sean Pinner, catturati a Mariupol ad aprile, sperano fino all’ultimo in uno scambio di prigionieri di guerra. Ma stando così le cose, l’ipotesi appare molto lontana. Dal suo lato, il leader dei militanti filo-russi, Denis Pushilin, ha affermato di non avere motivo di perdonare gli inglesi. Secondo lui, il “tribunale” ha preso una decisione equa.

Nel frattempo, il Segretario di Stato per gli affari Esteri britannico Liz Truss, ha specificato che gli uomini fossero ufficialmente arruolati nelle Forze Armate dell'Ucraina, poiché in precedenza avevano firmato un contratto con l'esercito ucraino e che pertanto, entrambi i britannici hanno pieno diritto alla protezione dei prigionieri di guerra in conformità con la Convenzione di Ginevra.

Il ricorso

I cittadini britannici Sean Pinner e Aiden Aslin e il marocchino Saadoun Brahim, che sono stati condannati a morte il 9 giugno, dal Tribunale nella DPR, stanno preparando un appello contro il verdetto. Questo lo riferisce la TASS, citando l'avvocato di Pinner Yulia Tserkovnikova. Secondo l'avvocato, tutti i condannati hanno iniziato a preparare il testo del ricorso.

“Senza dubbio, se la denuncia viene respinta e il verdetto entra in vigore, verrà presentata istanza di grazia, poiché si tratta di un diritto inalienabile degli imputati, previsto dalla legislazione della Repubblica popolare di Donetsk, che non può essere violato, sulla cui attuazione insistono in una forma categorica” - ha affermato la Tserkovnikova.

In precedenza, il capo della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, aveva affermato che i mercenari stranieri condannati nella Dpr non avevano chiesto la grazia. Ha spiegato che non c'era una richiesta del genere a lui rivolta, ma che sarebbe potuta arrivare dopo che la difesa avrebbe impugnato il verdetto.