Il generale Nikolai Zhirnov che gestisce l’Oblast di Kiev/Kyiv sostiene che ci sia la possibilità di un probabile secondo attacco alla città, così come sarebbe certo che questa volta la difesa ucraina non si farà cogliere di sorpresa: “Kiev si sta preparando a respingere gli invasori”.

Secondo il generale, Kyiv/Kiev resterebbe un obiettivo prioritario per il Cremlino, ed è per questo che la Capitale, sembra prepararsi a respingere una possibile ri/offensiva dell'esercito russo.

Lo ha detto il capo dell'amministrazione militare della città di Kiev Nikolai Zhirnov, citato dal servizio stampa del KGVA. Secondo quanto da lui osservato, le informazioni circolanti sui media e non, si starebbero concentrando su un presunto e ripetuto attacco alla capitale.  

Avrebbe detto: “Finora, se osserviamo le regioni di Bryansk e Kursk, non osserviamo segni reali di formazione di truppe. Tuttavia, sappiamo che la Federazione Russa potrebbe utilizzare anche il territorio della Bielorussia per ripartire con una controffensiva”. Secondo Zhirnov la Russia non avrebbe abbandonato il suo obiettivo aggressivo di conquista dell'intero territorio ucraino, ma… “Kiev, in quanto capitale, è un obiettivo prioritario per la cattura da parte delle truppe russe. Data la notevole quantità di risorse umane, materiali e tecniche, permane il pericolo di una seconda offensiva” per questo motivo l’Alert rimane alto.

Ma come sottolineato dal generale, per una seconda offensiva, il nemico dovrebbe creare un numero maggiore di truppe rispetto a quelle precedentemente mandate in avanscoperta: “Serve del tempo per addestrare il personale e per equipaggiarlo con attrezzatura militare e mezzi materiali e tecnici”. Secondo lui, nelle condizioni odierne non sarebbe un’ipotesi fattibile, ma la difesa starebbe già preparando una controffensiva.

Se però restiamo alla luce delle attuali rimodulazioni della Duma di Stato sull’arruolamento e l’addestramento dei coscritti, questo potrebbe non superare le 3 settimane di preparazione, senza contare il fatto che avrebbero aperto agli ex militari in pensione, che sarebbero in grado di utilizzare le attrezzature tecniche da lui ipotizzate. In questo modo le teorie proposte dal generale potrebbero subire un colpo.

“Ogni giorno monitoriamo le azioni del nemico e ci stiamo preparando per il giorno dello scontro. Si preparano linee e posizioni in termini ingegneristici, si costruiscono strutture di difesa, si preparano alcune aree per l'estrazione mineraria, si addestrano le truppe tenendo conto l'esperienza acquisita. La minaccia esiste e esisterà fino a quando non vinceremo, ma Kyiv/Kiev si sta preparando a dare una giusta risposta al nemico!”

Secondo invece Oleg Zhdanov esperto di strategia militare, la seconda offensiva della Federazione Russa su Kiev sarebbe reale, anche se a detta dell’esperto “Gli invasori russi non saranno in grado di catturare la Capitale, quindi anche se reale, le probabilità sono basse, quasi vicine allo zero. La Russia semplicemente non ha la forza e i mezzi per un secondo tentativo, e il confine ora è fortificato, sarà estremamente difficile sfondarlo”.

Secondo l'esperto, la Russia starebbe utilizzando una strategia dissuasiva militare, che prevedrebbe la concentrazione dell’attenzione da parte delle forze avversarie, su un focus errato, per farle allontanare dal reale obiettivo. Difatti secondo lo studioso, la Russia, starebbe raggruppando un certo numero di truppe a Chernihiv per disperdere gli sforzi delle forze armate ucraine, spalmandole su una distanza maggiore e indebolirle a est.

L'analisi russa

A detta del sito russo Meduza e vicino al Cremlino, questo non avrebbe abbandonato i suoi vecchi piani e non ha affatto calcolato l’idea di una sconfitta militare sull'Ucraina. Due le fonti vicine al Cremlino che avrebbero rilasciato le dichiarazioni anonime, sull’attuale andamento nel Donbass e sullo sfondo dell'offensiva che sembra prendere piede, la leadership russa ha ricominciato a discutere la possibilità di un assalto a Kiev e di una vittoria su vasta scala nella guerra con l'Ucraina.

Secondo indiscrezioni pubblicate dalla rivista sarebbe stato riferito che nel blocco politico interno della Duma sarebbe tornata la speranza che Mosca possa “portare una esaltante vittoria sull’Ucraina in pochi mesi”. Secondo le fonti anonime e vicine al giornale russo, per fine di maggio, il Cremlino vorrebbe catturare l'intero territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk, definendolo “Il Programma Minimo per dichiarare vittoria”.

A differenza di quello zarista che definito il “Programma Massimo”, vedrebbe la presa di Kiev. Gli interlocutori della pubblicazione affermano che i vertici della Russia non hanno ancora abbandonato questo obiettivo.

“Li uccideremo comunque. Molto probabilmente, entro l'autunno tutto sarà finito”, avrebbe dichiarato questa fonte a Meduza.  

Tali sentimenti si sarebbero diffusi non solo al Cremlino, ma anche nella leadership di Russia Unita. Il segretario del consiglio generale del partito, Andriy Turchak, si reca regolarmente nel Donbass e ha persino piantato una bandiera russa sull'amministrazione di un villaggio nella regione di Zaporozhye, occupato dalla Federazione Russa.

Anche il capo del blocco politico del Cremlino, Sergey Kiriyenko in visita nel Donbass e che sovrintende alla LDNR, starebbe già preparando i referendum sulla loro adesione alla Russia. Questo poiché a loro dire ad oggi, circa il 5% del territorio della regione di Luhansk e poco più del 40% della regione di Donetsk rimangono sotto il controllo dell'Ucraina. Kiriyenko chiamerebbe pubblicamente l'invasione dell'Ucraina “la lotta contro il nazismo e il fascismo”.

Alla luce di quanto detto, fonti della pubblicazione non escludono che il Cremlino possa iniziare a inviare in massa coscritti in guerra sempre “se necessario muoversi più velocemente”.

Le autorità russe inoltre prevedono che i paesi occidentali, se la guerra si dovesse trascinare, smetteranno di sostenere l'Ucraina su larga scala con finanze e armi, e potrebbero diventare anche più accomodanti quando si tratterà di acquistare gas e petrolio per la nuova stagione autunnale. “Prima o poi, l'Europa si stancherà di aiutare: sia per il denaro che per la produzione di armi, di cui loro stessi hanno bisogno. Più vicino all'autunno, sarà necessario negoziare [con la Russia] su gas e petrolio per la stagione del riscaldamento”.

Riguardo alla presa di Kyiv/Kiev, ricordiamo che ad aprile è iniziato l’arruolamento dei giovani coscritti in Russia e finirà a luglio. A detta dell’analisi avanzata da Meduza, la dirigenza militare russa si è rassegnata al fatto che Kiev non potrà essere “presa con poco sangue”, cioè da forze già coinvolte nell'“operazione speciale”. (foto telegram)

Gli interlocutori di Meduza avrebbero sottolineano che in questo senso la dirigenza russa ha ancora margini di manovra e che i coscritti possono essere mandati in massa in guerra. Avrebbero detto: “Finora, la maggior parte dei soldati a contratto stanno combattendo. Sono sufficienti per un'avanzata relativamente lenta [in Ucraina]. Ma se si avrà bisogno di muoversi più velocemente, potremmo usare i coscritti".

Però sembrerebbe che il Cremlino abbia paura di fare un passo del genere, perché potrebbe tutto andare a discapito delle autorità e di Putin in persona, creando una mobilitazione popolare.

Continua la fonte: “Ora sembra che stia succedendo poco al fronte. Che l'esercito russo stia prendendo degli insediamenti minori e che potrebbe avere dei problemi. Ma questa sensazione si crea perché gli ucraini non si sono arresi subito, come molti pensavano. Sì, la guerra lampo non ha funzionato, sono visibili alcuni errori di calcolo. Ma questo non significa che non sarà possibile ottenere una vittoria. La Russia ha ovviamente più risorse dell'Ucraina e senza il supporto occidentale”.

La retorica pubblica sugli obiettivi della Russia in questa guerra rimane estremamente aperta all'interpretazione. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa afferma ancora che il compito principale dell'“operazione speciale” è “la liberazione del Donbass”, sebbene le truppe russe si siano già trincerate nelle regioni di Kherson e Zaporozhye. Senza dimenticare che è già stato firmato un decreto sulla concessione semplificata della cittadinanza russa ai residenti di queste regioni.

Lo stesso Putin alla parata del 9 maggio ha affermato che “tutti i piani sono in fase di attuazione e il risultato sarà raggiunto”, ma non ha spiegato cosa avesse esattamente in mente. In precedenza, all’inizio di quella che ha chiamato “operazione speciale” aveva definito solo il primo obiettivo, quello di “smilitarizzare” e “denazificare” l'Ucraina.

Le ipotesi sono numerose e tutte sul tavolo, ma è fondamentale avere entrambi i punti di vista, poiché solo attraverso una visione completa e analitica più ampia, diventa più fattibile capire quali siano le variabili sul terreno. Certo è che la fine non sarà prossima.