L’offensiva russa sta diventando sempre più intensa, attaccando le posizioni ucraine con grandi forze lungo quasi tutta la linea del fronte. Secondo fonti locali, il Cremlino starebbe impiegando centinaia di militari al giorno. Obiettivo riconquistare le città precedentemente perdute di Klishchiivka e Andriivka oltre al nuovo obiettivo, quello di catturare alcuni dei più grossi insediamenti, come quello di Avdyivka.

Da ottobre l’esercito russo non ha smesso di tentare di avanzare contemporaneamente su diverse zone del fronte. In direzione di Bakhmut, le truppe russe stanno cercando di riconquistare le liberate Klishchiivka e Andriivka e di fermare l'avanzata delle forze armate ucraine nell'area di Kurdyumivka che si muovono con contrattacchi pesanti. Inoltre le Fr stanno cercando di intensificare la pressione a nord di Bakhmut vicino al bacino idrico di Berkhiv.

Nella zona della “Via della Vita” come veniva definita Bakhmut il rischio si ripresenta per Soledar, che si trova in una posizione strategicamente vantaggiosa e che permetterebbe la creazione di un'ulteriore minaccia per le forze armate ucraine. A confermarlo sarebbe il colonnello Serhii Grabskyi.

Per quanto riguarda la regione del Donetsk l'esercito russo sembra non avere buoni risultati nel sud così come nella direzione di Kupyansk-Lymansk. Ma nella regione di Avdyivka le truppe russe sono riuscite ad avanzare ed è lì che attualmente si trova l'epicentro delle ostilità. Da più di un mese le truppe del paese aggressore attaccano continuamente le posizioni delle forze armate ucraine da nord nel distretto di Stepovoye, da sud nel distretto di Vodyanye e nella zona di Avdyiv zona industriale, cercando di circondare la città.

Sembrerebbe infatti che il 23 novembre l'esercito russo abbia lanciato la terza ondata di assalti ad Avdiyivka e secondo lo Stato Maggiore ucraino, le truppe nemiche avrebbero attaccato in quella direzione almeno 11 volte. Prima del contrattacco russo, le forze armate combattevano per la ferrovia a est di Klishchiivka dove si erano creati i presupposti per un semi-accerchiamento di un gruppo di forze russe nella stessa Bakhmut.

Oltre ad essere colpite molte zone nel nord come Stepovoye e Avdiyiv Koksokhim, l'esercito russo starebbe attaccando anche il sud-est della città, nella zona di Promky, dove sembra stia ottenendo dei progressi. I russi stanno inoltre provando ad attaccare anche a sud-ovest di Avdiyivka, ma senza successo.

L’ombra di un inverno buio aleggia su Kiyv

Ma il freddo non è l’unica difficoltà che gli eserciti si trovano ad affrontare, perché c'è la tempesta che ha colpito il Mar Nero in questi giorni. Una sferzante e catastrofica tempesta marina ha visto i danni maggiori nella zona di Kerch dove si trova il villaggio di Heroyskoe e dove si è verificata un'alluvione su larga scala. Sembrerebbe difatti che il 27 novembre, circa mezzo milione di persone in Crimea è rimasto senza elettricità. E in molte città si registrano danni ingenti, che vanno dalla demolizione dei tetti degli edifici residenziali ad avamposti militari. Il mare ha infatti distrutto la prima linea di difesa russa in Crimea.

In poche parole siamo quasi alle soglie del secondo anno di guerra e a detta di numerosi analisti occidentali e anche locali, le forze armate ucraine sarebbero allo stremo, non aiutate neppure dalle basse temperature, che di controparte sono un vantaggio per le armate del Cremlino. Le previsioni per questo inverno risultano in controtendenza rispetto all’anno precedente, dove le truppe, sicuramente più fresche avevano una capacità di reazione e reattività migliore. Inoltre oltre alle difficili condizioni in prima linea, l’occidente ha anche rallentato l’invio di armi a Kiyv/Kiev.

Con l’inizio del conflitto israelo-palestinese anche l’Europa e l’Occidente sembrano ormai esausti e a detta di Vladimir Zelensky “l’Occidente sarebbe il nuovo nemico della guerra”.

La Germania partner chiave dell'Ucraina, ha iniziato a sostenere che il cessate il fuoco e i negoziati di pace con la Russia potrebbero essere nell'interesse dell'Ucraina, ma Berlino sta evitando di creare pressione attorno a Kiyv/Kiev. Anche perché, se si dovesse sottoscrivere una tregua, il timore sarebbe legato al fatto che Putin possa approfittarne per ricostruire il suo armamento, diventando una nuova minaccia per la “Terra del grano”.

Ma nel suo ultimo incontro con i militari di Odessa Zelensky sembra non aver dato l’impressione di voler porre fine al conflitto iniziato dalla Russia, soprattutto dopo che la Russia avrebbe dichiarato che la pace sarebbe possibile a patto che l’Ucraina non entri nella Nato.

Il timore per un inverno difficile sul fronte ucraino diventa sempre più concreto. Le prossime settimane saranno indicative di possibili cambiamenti in atto.