Tante le analisi e gli interrogativi dopo che 300 insediamenti sono stati liberati da inizio settembre nella regione ucraina
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Gli ultimi accadimenti nella zona di Kharkiv hanno aperto a numerose analisi e soprattutto stanno dando sfogo a numerose ipotesi e domande.
Verso agosto la Legione straniera e quella ucraina si erano trovate in difficoltà sul fronte di Slovyansk (piccola cittadina del Donbas nell’Ucraina Orientale) dove la gente ancora resiste e si sente ucraina. Ancora dopo sei mesi di guerra resiste il cartello che dice “Slovyansk è l’Ucraina”. Qui sulla prima linea, dove i russi hanno il controllo del territorio, le forze ucraine si sono trovate quasi accerchiate, perché insaccate in una zona di ricognizione dove la via di fuga era stata bloccata.
I paracadutisti ucraini hanno successivamente provveduto, con dovizia di informazioni, a liberare la zona riaprendo un corridoio di fuga per i colleghi rimasti nella “sacca”. A questi si erano unite le truppe di rinforzo, che hanno permesso ai militari dispiegati sul campo di uscire per poter preparare una migliore controffensiva. «Sembrano robot. Più ne abbattiamo più ne escono fuori», mi dice il Col. X
A discapito di queste operazioni, il fatto che si sono persi molti uomini che speravano di poter tornare alle proprie vite. «Ci hanno colpito con RPG e bombe a grappolo e abbiamo resistito non senza pesanti perdite - mi dice il Col. X– Uno dei miei uomini ha perso la testa ed un altro prima di morire ha detto che avrebbe voluto passare molto più tempo con la sua famiglia. La cosa più dolorosa sarà trovare le parole giuste per avvisare le famiglie. Ma purtroppo non esistono parole giuste in questi frangenti».
Già dalla mia presenza in Kharkiv le forze ucraine avevano liberato parecchi insediamenti, alcuni dei quali raccontati nei precedenti articoli. Il problema era concentrato sulla parte sud dell’Oblast, dove si snoda la foce del fiume, ma anche lì le forze armate ucraine hanno continuato imperterrite la controffensiva, contemporaneamente e in più direzioni. Nella regione di Kharkiv, l'esercito ucraino ha liberato più di 300 insediamenti dall'inizio di settembre. Questo avrebbe costretto i russi ad una ritirata, che li ha portati, come gli ucraini del trascorso periodo, a lasciare di fretta e furia gli armamenti nelle zone liberate, senza contare l’abbandono di mezzi pesanti e/o di carri armati che, come accaduto in Afghanistan, sono stati preventivamente distrutti o privati di pezzi utili, prelevati per il ricambio di mezzi più nuovi e in movimento.
Ma le domande sono molte. È stata una scelta strategica quella di abbandonare le posizioni conquistate o una costrizione dovuta alla controffensiva ucraina? Numerosi analisti avanzano l’ipotesi che i russi non siano stati in grado di difendere le posizioni precedentemente conquistate, altri parlano di strategia.
D’altronde i corrispondenti di guerra russi, anche sui loro canali Telegram, avevano ampiamente avvisato il Comando che, in base a voci di corridoio, gli ucraini stessero preparando una controffensiva nella regione di Balakleya.
Pavel Luzin, analista militare russo, presso la FPRI (Foreingn Policy Research Institute) parla di mancanza di forze, di «una mostruosa carenza di personale militare. Perché quando combatti per sei mesi con decine di migliaia di sconfitte, poco rimane delle forze di terra».
Inoltre, secondo l’analista ci sarebbe un problema legato all’Intelligence. A detta dello studioso per “Meduza” vi sarebbe una carenza di “Intelligence Elettronica”. La spiegazione starebbe anche nel fatto che la ricognizione aerea viene effettuata da droni, ma questi sono puntualmente abbattuti dalla difesa ucraina. Inoltre sembrerebbe che i due satelliti da ricognizione ottica, darebbero il permesso di mappare solo le missioni di volo per l’eventuale lancio di missili. Questi satelliti transiterebbero nello stesso punto solo una volta ogni 16 giorni e questo sfalserebbe i dati in possesso sulla zona da colpire o difendere, quindi a parte le truppe di ricognizione e acquisizione obiettivi, non ci sarebbero grandi possibilità di ricevere rapidamente i dati.
È pur vero che sui numerosi canali russi di Telegram (come Rybar) dove sembra si stia svolgendo la “guerra dello psyops e dell’informazione o disinformazione” alcuni dati sulla possibile offensiva russa, poi corrisposti al vero, erano già stati pubblicati. Ma è anche vero, che fare affidamento unicamente sui dati OSINT, non risulta essere una buona strategia, anche se a volte con l’aiuto delle tecniche a disposizione dei vari eserciti (intel), si possono trovare riscontri positivi.
Su Rybar si davano dei dati abbastanza certi su dove e quando avrebbero contrattaccato gli ucraini. Il dato mancante riguardava le riserve accumulate fino ad allora. I vertici, che erano probabilmente venuti a conoscenza degli stessi, hanno ritenuto probabilmente inopportuno basarsi sulle sole informazioni OSINT, sottovalutando il problema o pensando di essere in grado di poter far fronte allo stesso. Altro elemento è che i russi, si aspettavano un colpo più offensivo su Kherson.
La realtà è che le tecniche OSINT possono indurre in errore, e anche se a volte danno informazioni corrette, altre hanno bisogno di essere incrociate attraverso le tecniche di raccolta informazione di un esercito, e i dati in possesso degli ultimi, talvolta possono contraddire le informazioni Open Source.
Secondo alcuni Comandanti che si trovano al fronte, uno dei possibili motivi per cui la controffensiva ucraina è riuscita a portare a casa il risultato, sarebbe legato al fatto che le FR non avrebbero risposto in tempo all’attacco operato dai militari ucraini. A lasciare perplessi è il fatto che nell’area ci sarebbe stato un quantitativo di truppe abbastanza corposo, soprattutto ad Izyum, ma l’effetto “sorpresa” sembra aver prevalso. Il quantitativo di carri armati abbandonati vicino ad Izyum, farebbe pensare a dei problemi logistici e manutentivi che avrebbero ritardato la riparazione delle attrezzature. Difatti se quei mezzi fossero stati pronti ad avanzare nella direzione dell’offensiva russa, probabilmente l’esito degli eventi sarebbe stato differente.
Henry Shlottman, analista, veterano dell'esercito americano sulla pagina Twitter avrebbe ipotizzato «Potrebbe semplicemente essere che le forze russe non hanno abbastanza pezzi di ricambio per i carri armati ed essendo già al fronte da sei mesi è possibile che alcuni carri armati vengano smantellati per pezzi di ricambio per mantenere altri in movimento».
Resta il fatto che l'offensiva delle forze armate ucraine è stata accolta da unità della Guardia nazionale russa e dai riservisti che sono reclutati tra le fasce più giovani dell’Esercito Russo, quindi tra i più inesperti. Poiché questi hanno iniziato ad essere reclutati, per l’attuale campagna di guerra, da metà aprile a metà luglio.
La Guardia Nazionale di Mosca ha comunque ricevuto il supporto delle forze del distretto militare occidentale. Circa un mese fa, quando da noi si iniziava la campagna elettorale, questo settore dell’Oblast era ampiamente protetto dai russi, ma le forze del distretto militare orientale sono state successivamente trasferite da lì a sud. Esattamente a Kherson dove ci si aspettava la controffensiva più dura. Tutto ciò sarebbe accaduto subito dopo una serie di dichiarazioni studiate ad hoc e secondo cui le forze armate dell'Ucraina si sarebbero concentrate su Kherson. Anche qui le info, arrivavano anche da fonti OSINT, distogliendo dal reale obiettivo in seno a Kyiv/Kiev.